Il governo Milei cancella dalla tv pubblica il dramma dei desaparecidos: il nuovo presidente argentino, Javier Milei, ha deciso di chiudere la trasmissione televisiva delle Madri di Plaza de mayo, la storica associazione delle madri che per da sole ebbero il coraggio di sfidare la dittatura militare argentina di Jorge Videla, sfilando pacificamente di fronte alla Casa Rosada negli anni del regime, durato dal 1976 al 1983. “Milei ci caccia dalla televisione pubblica, ma non può rimuoverci dalle piazze“, afferma un comunicato delle Madri, in cui si informa che l’ultima puntata della trasmissione, che conducevano ormai da 16 anni, andrà in onda lunedì 26 febbraio.

Il presidente argentino Milei nega la cifra di 30mila desaparecidos, affermando che gli oppositori scomparsi durante la dittatura furono 8.753 e che gli “eccessi” delle forze di sicurezza sono dovuti alla “guerra” che era in corso con i “terroristi” dell’ultrasinistra. È la stessa retorica che fu usato proprio durante gli anni del regime militari, che riuscì a mantenere il potere con una brutale repressione del dissenso e con una narcotizzazione della popolazione.

Le uniche a denunciare i crimini della dittatura furono appunto le Madri di Plaza de mayo, con le loro manifestazioni cominciate il 30 aprile 1977 per chiedere notizie dei loro figli scomparsi, i cui corpi sono stati seppelliti di nascosto o buttati in mare. Poi si unirono anche le Nonne di Plaza de Mayo, associazione dedita alla ricerca dei figli dei desaparecidos, rapiti dai militari e poi dati in adozione. In molti casi i bambini erano nati da donne incinte arrestate che poi furono uccise.

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