Nei negoziati per i futuri rapporti tra Israele e Palestina è rientrata anche la discussione sulla composizione di un nuovo governo dell’Autorità nazionale palestinese. Sky News Arabic ha così diffuso la notizia secondo la quale l’esecutivo guidato dal premier Mohammed Shtayyeh sarebbe pronto a dimettersi nel giro di due giorni per lasciare spazio a un governo di tecnici, dopo l’apertura da parte di Hamas. Notizia smentita da fonti dell’Anp a Haaretz e al-Quds spiegando che questa possibilità è al vaglio, ma per il futuro e non nell’immediatezza.
L’indiscrezione è legata alle notizie circolate negli ultimi giorni secondo le quali Hamas ha acconsentito alla formazione di un governo palestinese di tecnocrati indipendenti che possa occuparsi della ricostruzione e del ripristino della sicurezza a Gaza al termine del conflitto. Tale governo sarebbe incaricato di gestire la transizione in vista di successive elezioni. Ma poco dopo è arrivata la smentita, sempre informale.
Il partito armato palestinese che governa la Striscia di Gaza ha intanto frenato gli entusiasmi della serata di sabato riguardo ai presunti passi avanti nei colloqui per una tregua. Una fonte citata da Al Jazeera ha affermato che il clima di ottimismo sul raggiungimento dell’accordo per un possibile scambio di prigionieri, dovuto a un presunto ammorbidimento della posizione di Hamas, non riflette la realtà. Le contrattazioni vanno comunque avanti e una delegazione israeliana partirà per il Qatar per proseguire i colloqui che, intanto, sono già ripresi con la partecipazione di “esperti provenienti da Egitto, Qatar, Stati Uniti e Israele”, nonché rappresentanti di Hamas. Una volta completata questa prima fase di negoziati, i delegati si recheranno al Cairo per continuare i colloqui, il tutto nell’ambito del processo avviato a Parigi. È stato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in persona a lanciare un appello a Hamas: “Stiamo lavorando a un accordo per gli ostaggi. Voglio arrivare a un’intesa e apprezzo gli sforzi degli Stati Uniti. Non so se la raggiungeremo ma se Hamas riducesse le sue richieste deliranti per tornare alla realtà, allora un accordo ci sarebbe”.
Mentre i colloqui procedono lentamente, nella speranza di arrivare a una tregua entro l’inizio del mese sacro di Ramadan, le operazioni militari di Israele vanno avanti. L’aviazione ha colpito ieri due obiettivi lungo la linea di confine fra Gaza e l’Egitto, a ridosso del cosiddetto ‘Asse Filadelfia‘, cosa che ha destato forte spavento a Rafah fra gli sfollati palestinesi che hanno eretto le tende in quella zona. La radio militare israeliana ha spiegato che gli obiettivi colpiti erano l’imbocco di un tunnel di contrabbando scavato sotto al confine e un magazzino di armi di Hamas. La brigata Givati dell’esercito israeliano sta anche intensificando le operazioni contro Hamas ad Abasan al Jadida e Abasan al Kabira, sobborghi di Khan Younis.