Alexei Navalny avrebbe dovuto essere rilasciato nel contesto di uno scambio di prigionieri tra Russia, Usa e Germania. L’indiscrezione, pubblicata dal tabloid tedesco Bild all’indomani della morte del dissidente russo, è stata confermata dalla sua collaboratrice Maria Pevchikh, dirigente della sua fondazione anticorruzione. Lo scambio, ha spiegato, prevedeva il rilascio di Navalny in cambio di Vadim Krasikov, ex colonnello dei servizi di sicurezza del Cremlino (Fsb), detenuto in Germania per omicidio. L’accordo – afferma Pevchikh in un video – era arrivato alla fase finale dopo due anni di trattative: la proposta definitiva era stata consegnata al presidente russo Vladimir Putin da Roman Abramovich, magnate russo ed ex patron del club di calcio del Chelsea.

Insieme a Navalny avrebbero dovuto essere liberati due noti cittadini statunitensi, trattenuti da tempo in Russia con l’accusa di spionaggio: il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, arrestato a fine marzo 2023, e l’ex marine Paul Whelan, in carcere già dal 2018. Secondo la collaboratrice di Navalny, Putin ha però deciso di uccidere il dissidente, ritenendolo troppo pericoloso per essere liberato, per poi trattare il rilascio di Krasikov in cambio di altri detenuti politici: “Lo odiava talmente tanto che ha agito contro i suoi stessi interessi”, dice”. Pevchikh se la prende anche con i funzionari delle intelligence di Stati Uniti e Germania, i quali – dice – hanno fatto ritardare e poi saltare lo scambio a causa del loro atteggiamento troppo passivo. “Ora sappiamo esattamente perché Putin ha ucciso Alexei”, commenta la vedova del blogger, Yulia Navalnaya.

Intanto il Cremlino respinge le accuse, arrivate dalla famiglia e dai sostenitori di Navalny, di aver ricattato la madre del dissidente, Lyudmila Navalnaya, costringendola a tenere funerali segreti in cambio della restituzione del corpo del figlio, avvenuta sabato 24 febbraio. “Sono dichiarazioni assolutamente assurde”, le liquida il portavoce di Putin, Dmitry Peskov: il capo dello Stato, dice, “non ha nulla a che fare” col rilascio della salma e i funerali e “di conseguenza non può esercitare pressioni“. Peskov invita inoltre i giornalisti a non dare peso alle parole dell’entourage del dissidente, i cui membri “sono ricercati in un modo o nell’altro e praticamente tutti sono all’estero”. In ogni caso il team Navalny non ha intenzione di tenere i funerali in forma riservata: “Stiamo cercando una sala per l’addio pubblico ad Alexei, alla fine di questa settimana lavorativa. Se disponi di locali idonei contattaci”, è l’appello su su X del’ex portavoce dell’oppositore, Kira Yarmysh.

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