È scattata lunedì 26 febbraio la terza emissione dei Btp Valore, titoli di Stato per piccoli risparmiatori con sei anni di durata, cedole trimestrali crescenti e un premio finale extra. Con i collocamenti precedenti, giugno e ottobre 2023, erano stati raccolti in tutto oltre 35 miliardi: il governo Meloni punta a bissare quei risultati. Da un lato ha gran bisogno di risorse per finanziare le spese correnti, in vista di una legge di Bilancio che si preannuncia complicata, dall’altro ritiene che far finanziare il debito pubblico alle famiglie equivalga a dotarsi di uno “scudo” dal rischio di speculazioni contro l’Italia sui mercati da parte degli investitori stranieri. Per rendere più allettante l’acquisto, in manovra è stata dunque introdotta la discutibile esclusione dal calcolo dell’Isee dei titoli di Stato italiani e degli altri prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato fino a un valore di 50mila euro. Una novità che – una volta emanato il provvedimento attuativo, ancora fantasma – consentirà ai benestanti di accedere più facilmente a servizi pubblici e benefit soggetti alla prova dei mezzi, magari scalzando in graduatoria i cittadini meno abbienti.
Viste le alte aspettative dell’esecutivo, l’offerta dei nuovi Btp per il pubblico retail è stata preceduta da una grancassa di spot istituzionali del Mef. Spicca la pubblicità che vede protagoniste due coppie di pensionati: i primi due declinano un invito a casa degli amici la settimana successiva perché “saranno in crociera”. E non grazie a una vincita alla lotteria, come ipotizza uno dei partecipanti al pranzo, ma perché “abbiamo comprato Btp valore”, spiega la moglie dell’altro. Chiosando: “Il modo più sicuro per integrare stipendio e pensione“. Insomma: con i pagamenti trimestrali (tassi minimi garantiti del 3,25% per i primi tre anni e 4% dal quarto anno in poi) e il premio dell0 0,7% alla scadenza ci scappa pure la vacanza. Poco importa se chi può permettersi di investire diverse migliaia di euro in titoli del debito pubblico non ha probabilmente bisogno di quell’entrata aggiuntiva per concedersi un viaggio via mare tra buffet all-you-can-eat, spa e spettacoli danzanti.
La pubblicità ha suscitato commenti tra l’indignato e l’incredulo, nonché un filone di articoli di stampa in cui si calcola quanti Btp Valore dovrebbe accaparrarsi una coppia per avere il viaggio “pagato” alla scadenza del titolo. Wired ha pure messo a disposizione un comodo cruscotto per fare qualche proiezione: investendo 10mila euro, per esempio, dopo sei anni le cedole ammonteranno a 2.245 euro lordi, sufficienti per 8 giorni nel Mediterraneo. Per 15 giorni ai Caraibi occorre tirar fuori 20mila euro. Il cruscotto però non considera le tasse. L’aliquota, come per tutti i titoli di Stato, è quella agevolata del 12,5%, come non manca di ricordare l’infografica inserita a fine spot. Che evidenzia anche come i Btp siano “fuori calcolo Isee” anche se al momento, in attesa del decreto, Inps chiede di continuare a indicarli (il Tesoro fa sapere che l’iter di attuazione della misura è stato già avviato e sono in corso i passaggi istituzionali che porteranno all’aggiornamento del DPCM 159/2013). In aggiunta, non sono soggetti alla già bassissima imposta di successione vigente in Italia.
Di sicuro, chi intende comprare dovrebbe tener presente anche i rischi, che la campagna istituzionale non menziona. Per prima cosa, nel caso si abbia per qualsiasi motivo bisogno di soldi e si sia quindi costretti a vendere i titoli prima della scadenza la cifra che si ricaverà potrebbe essere inferiore a quella spesa per comprarli, perché in caso di aumento dei tassi di interesse il valore cala. In più bisogna considerare che i Btp valore non sono indicizzati all’inflazione. Al momento il rendimento offerto supera il tasso di crescita dei prezzi previsto per l’Italia, ma se quest’ultimo tornasse a salire non ci sarebbe più alcuna certezza di guadagnarci.