Esattamente un anno fa, il 26 febbraio 2023, più di 60 adulti e 34 bambini perdevano la vita al largo delle coste calabresi, vicino a Cutro. Oggi vogliamo unirci a tutti coloro che ritengono importante ricordare quelle persone e le altre migliaia che sono morte nel Mediterraneo, anche a causa delle politiche europee di chiusura e controllo delle frontiere delegate a Paesi terzi, in Africa come ai confini orientali dell’Europa.
Si moltiplicano i “muri”, mentre l’Ue vende armi alimentando le guerre da cui fuggono i migranti
Quelli appena trascorsi sono stati 12 mesi in cui la politica migratoria europea è stata segnata da sviluppi angoscianti. Le recinzioni al confine della “Fortezza Europa” sono aumentate e apparse in Finlandia, Grecia, Turchia, Lettonia e Bielorussia, mentre l’Unione europea continua il suo commercio di armi, alimentando gli stessi conflitti da cui le persone fuggono.
Lo smantellamento dei diritti con il nuovo patto Ue per la migrazione
Lo scorso dicembre, inoltre, il Parlamento europeo e i governi degli Stati membri hanno raggiuto l’accordo politico sul suo nuovo Patto per la migrazione e l’asilo, concordando una serie di misure che non fanno che peggiorare la gestione del fenomeno migratorio e la tutela dei diritti di chi fugge da guerre e persecuzioni: erosione progressiva del diritto di asilo, procedure inferiori agli standard per l’esame delle domande di asilo, estensione del periodo di detenzione dei migranti (misura che si applicherà anche a famiglie e minori) e potenziali deportazioni verso altri Stati – Ue e non – che saranno pagati essenzialmente per bloccare i flussi migratori o per detenere persone, poco importa come.
Tutto questo perché “le procedure speciali alla frontiera” di fatto diventeranno la norma.
In altre parole ci troviamo di fronte alla demolizione dei principi fondamentali di tutela dei diritti umani e dei diritti dei rifugiati. Situazione che vedrebbe infine minato alla radice il principio di solidarietà tra gli stati membri.
Peraltro è difficile da capire come l’Italia abbia accettato l’intero pacchetto senza battere ciglio, visto che come Paese di frontiera dell’Unione si troverebbe da sola a gestire tutto il processo: dall’esame delle richieste all’eventuale rimpatrio dei migranti.
Miliardi dei contribuenti per costruire le frontiere più letali al mondo
Alle frontiere europee, il 2023 è stato l’anno più letale dal 2016, con oltre 3.200 morti. Le politiche attuate sono state infatti responsabili della metà di tutte le persone nel mondo riconosciute come morte o disperse dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
Il paradosso è che il numero di ingressi sarebbe stato del tutto gestibile.
Allargando lo sguardo, ci accorgeremmo poi che a livello globale i flussi sono rimasti molto simili dalla seconda guerra mondiale ad oggi e che le migrazioni internazionali riguardano il 3% della popolazione mondiale. Il 60% degli sfollati nel mondo rimane nel proprio Paese d’origine, e di quelli che attraversano i confini il 74% è ospitato da Paesi a basso e medio reddito. Solo il 12,4% si trova in Europa, e di questi solo la metà in paesi membri dell’Unione: l’Italia in questo momento ne accoglie solo 0,37% del totale.
Da questi numeri è quindi lampante come la narrazione di una “crisi migratoria” continui a essere gonfiata a dismisura, con un enorme costo in termini di vite umane.
Le stime sul numero di tentativi di attraversamento irregolare delle frontiere riportate da Frontex per il 2023 parlano attualmente di una persona ogni 1.180 cittadini dell’Unione.
Eppure, a livello europeo l’anno scorso sono stati stanziati 3,73 miliardi di euro per la “gestione della migrazione e delle frontiere”. Si tratta di oltre 9.800 euro per ogni tentato attraversamento delle frontiere. Miliardi dei contribuenti spesi per contrastare un fenomeno ingigantito dalle forze politiche per fini elettorali, così come da Frontex. Visto poi che siamo alla vigilia delle elezioni europee, c’è da scommettere che il tema crescerà sempre più nel dibattito pubblico da qui a giugno.
Il parlamento Ue dia prova di un sussulto di umanità
Intanto dobbiamo anche affrontare la dura cronaca politica: nei giorni scorsi la Commissione Libertà, Giustizia e Affari Interni del Parlamento europeo ha votato a maggioranza il testo di riforma del sistema di asilo, che abbiamo descritto sopra. Pochi i voti contrari, tra cui un paio di eurodeputati italiani. A breve il testo verrà votato in assemblea plenaria.
Oxfam si unisce quindi all’appello di chi chiede un sussulto al Parlamento europeo, in particolare al gruppo dei Socialisti e Democratici, affinché si esprimano con un voto contrario a queste misure. Nel ricordo di Cutro, delle altre tragedie del mare, di quelle alle frontiere terrestri dell’Unione, con l’obiettivo di scongiurarne in futuro.