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Strage di Erba, anche in un video (inedito) la confessione: “Abbiamo ucciso Raffaella Castagna perché ci ha denunciati”

di F. Q.

Che Olindo Romano e Rosa Bazzi abbiano confessato la strage di Erba fornendo dettagli e particolari noti solo agli assassini, è noto. Ma non era noto il video diffuso da Quarto Grado in cui l’uomo, condannato all’ergastolo insieme alla moglie per il massacro di via Diaz, racconta come hanno assalito e tolto la vita a sprangate e a coltellate a Raffaella Castagna, al figlio Youssef, alla madre Paola Galli e alla vicina Valeria Cherubini. È il 24 febbraio 2007. La coppia ha confessato il delitto di 10 gennaio 2007, poi i due hanno ritrattato e adesso si proclamano innocenti senza mai aver risposto alle domande degli inquirenti o dei giudici durante i processi. I due coniugi hanno ottenuto l’udienza per la discussione della revisione del processo. La prima udienza è fissata per il primo marzo prossimo a Brescia, in Corte d’appello, alle ore 9.

Nel video mandato in onda nel programma Romano racconta: “La comunicazione del processo è arrivata tre mesi prima (quello che vedeva i due coniugi accusati di aver aggredito Castagna, ndr). La cosa che mi ha dato più fastidio è stata questa, che in quei giorni lì, il marito è arrivato dentro con il furgone tutto scassato. Raffaella ha detto a mia moglie ‘quando andiamo in tribunale, con i soldi che prendiamo, ci compriamo un furgone noi‘. Lì non ci abbiamo più visto. Abbiamo provato a seguirla per darle giù quattro legnate. Poi ci è andata male. Quella sera lì ci è andata bene. Io non voglio giustificarmi. Noi non avevamo un piano per ammazzarli, volevamo solo dare una fila di botte”. È nell’odio cresciuto e intensificatosi con le continue liti condominiali che i giudici hanno trovato il movente della mattanza dell’11 dicembre 2006.

L’aspettavamo nel portoncino con la spranga di ferro. Quella sera lì ci è andata bene perché siamo arrivati e c’era la porta aperta. La terza volta è andata bene. Io avevo la spranga e mia moglie il coltello. Quella sera sono entrato prima io perché mia moglie è piccolina, aveva mal di testa. La prima che c’era davanti era Raffaella. Due colpi, un colpo ed è caduta per terra secca. La madre idem. Non ho visto cosa ha fatto mia moglie. Ma sicuramente è andata là e ha sgozzato il bambino. Poi non so se ha dato qualche coltellata anche a Raffaella. Dopo abbiamo dato fuoco, abbiamo chiuso la porta, e ce ne siamo andati. Io sono tranquillissimo. Però la spugna quando è piena, esplode. Avevo anche vergogna ad andare a suonare il campanello e a dire se ci lasciava dormire. Tirava fuori tutte le scuse possibili. Poi, sono arrivati i tossici e i drogati. Io non sono mai stato razzista, ci sono diventato. L’abbiamo seguita e lei ha chiamato i vigili. L’abbiamo uccisa perché ci ha denunciati. La fine che ha fatto se l’è meritata”.

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