Della manifestazione pro-Palestina a Pisa “non era stato presentato alcun preavviso alla Questura, che, avendone avuta notizia, ha cercato più volte di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni, ma invano”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, riferendo al Consiglio dei ministri sui fatti di venerdì scorso, quando nella città toscana alcuni studenti in corteo contro il massacro a Gaza sono stati caricati dalla polizia a suon di manganelli. Un episodio condannato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sabato ha chiamato il titolare del Viminale per sottolineare come le cariche sui ragazzi rappresentino “un fallimento”. Ospite di Bruno Vespa a Cinque minuti su Rai 1, l’ex prefetto dice di aver condiviso le parole del capo dello Stato: “L’autorevolezza delle forze di polizia si esprime in altro modo“. Ma parlando ai suoi colleghi ministri insiste sul presunto concorso di colpa dei giovani manifestanti, che – dice – “non hanno voluto fornire indicazioni su dove fossero diretti e si sono sottratti ai reiterati tentativi di mediazione da parte di personale della Digos, provando, nonostante gli ammonimenti da parte del dirigente del servizio e la richiesta espressa e ripetuta di non dirigersi in piazza dei Cavalieri, a forzare il blocco delle forze di polizia e venendo volutamente a contatto con i reparti mobili”. Le polemiche contro il governo sulla gestione dell’ordine pubblico, afferma, “sono del tutto inaccettabili perché strumentali. Ed è ancor più inaccettabile che per queste finalità di natura politico-elettorale ci si spinga perfino ad attaccare il ruolo e la professionalità delle forze di polizia”.

Nessuno ha interesse ad alzare il livello di tensione, tantomeno il Viminale che, insieme a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine, ha come prioritario obiettivo che ogni evento si svolga in maniera pacifica”, assicura Piantedosi in Cdm. Ma, aggiunge, “per un regolare svolgimento di tutte le iniziative va ricordato che è sempre imprescindibile la collaborazione degli stessi manifestanti, sia nella fase del necessario preavviso delle iniziative, sia durante lo svolgimento delle manifestazioni, rispettando le prescrizioni ed evitando comportamenti provocatori o violenti”. Il caso di Pisa e quello simile avvenuto a Firenze, precisa, sono “isolati e certamente non caratteristici o ricorrenti”: mentre per le forze dell’ordine le manifestazioni sono “un impegno quotidiano e rischioso tanto che, nel 2023, si sono registrati 120 feriti, 31 già quest’anno”. Da Vespa, poi, l’ex capo di gabinetto di Matteo Salvini nega che il governo stia portando avanti una stretta sulle manifestazioni di piazza: “È un dato assolutamente privo di fondamento, nella maniera più assoluta”, dice. “Noi abbiamo impegnato quasi un milione di operatori delle forze di polizia nelle manifestazioni dall’anno scorso, tralascio di valutare il costo per la collettività. E questo per svolgere più di 13mila manifestazioni di cui solo l’1% ha dato qualche problema, pienamente in linea con quello che succedeva anche prima. Credo siano numeri molto eloquenti“, rivendica. A quanto si apprende da fonti parlamentari, il ministro dell’Interno dovrebbe riferire giovedì alla Camera sui fatti di Pisa e di Firenze.

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