di Pietro Francesco Maria De Sarlo
Leggo con sgomento sul Corriere della Sera una intervista dal titolo Zelensky, il grazie all’Italia: “Ma da voi molti fan di Putin, stiamo preparando una lista”. Non ci credo e rileggo e rileggo ancora, ma il titolo non cambia. E mi sorgono numerose domande. Cosa dovrebbe farne il governo di questa lista? Arresta le persone della lista o le esilia in qualche confino nazionale o ucraino? E cosa ne fa Zelensky di queste liste? Perché le produce? Manderà i suoi 007 e li farà ammazzare o si limiterà a lanciare anatemi o farà recapitare teste di capre sgozzate? Ma se questa dichiarazione l’ha fatta in pubblico, la lista l’avrà promessa e anticipata anche nei colloqui con la nostra premier. E lei cos’avrà risposto? “Non vedo l’ora di leggerli. Appena le ricevo ci penso io? Trasmetto subito l’elenco a Piantedosi che come minimo li manganella”?
Si può sapere il contenuto esatto dell’accordo Italia-Ucraina? Siamo ancora un Paese libero e democratico? Mattarella dirà qualcosa a difesa della democrazia e della libertà di pensiero in Italia oppure rimarrà silente? Ci sarà una protesta diplomatica ufficiale con tanto di ritiro degli ambasciatori o ce la teniamo così? In Italia c’è ancora il diritto di dissentire e ‘persino’ di essere putiniano o c’è da iniziare ad aver timore di esprimere le proprie opinioni e finire nel mirino di liste di proscrizione di uno stato estero?
C’è un limite alla adesione alle ragioni dell’Ucraina o a loro è tutto consentito, persino di calpestare i principi base delle democrazie occidentali che proprio in base a questi principi sono diverse dai regimi autoritari come quello di Putin? Finché le liste di proscrizione le fa Riotta, passi. Ci si può anche ridere sopra; ma se le fa il capo di una potenza straniera che chiede di entrare in Europa c’è da preoccuparsi, specialmente se non ci sarà una ferma e forte reazione da parte delle istituzioni democratiche italiane ed europee.
Ma forse c’è qualcosa che mi è sfuggito e che mi sono perso: tutto ciò non può essere reale e quindi continuo a leggere l’articolo. La premier Giorgia Meloni senza dubbio sostiene l’Ucraina, l’ho appena incontrata in veste di presidente del G7 e abbiamo anche firmato l’accordo di cooperazione bilaterale. Le siamo immensamente grati. E fin qui routine e propaganda, ma a questo punto occorre che il contenuto dell’accordo sia pubblico riga per riga. E poi Zelensky continua: Sappiamo però che in Italia ci sono tanti filo-putiniani e in Europa anche. Stiamo preparando una loro lista, non solo riguardo all’Italia, da presentare alla Commissione europea. Riuscirete a zittirli? Riuscirete a fare capire alle vostre opinioni pubbliche che la Russia non è solo una minaccia per l’Ucraina, ma per tutti voi? Le società europee sono pronte a questa sfida? Vedo che non lo siete ancora, voi italiani i tedeschi e gli altri. Quindi fugato ogni dubbio sullo scopo delle liste: zittire chi la pensa in modo diverso. E se le cancellerie europee non riusciranno a zittire i filo Putin che succederà? Ci penserà direttamente Zelensky?
Forse dobbiamo pensarci bene prima di ammettere l’Ucraina in Europa, perché allo stato presente Zelensky e la democrazia sono un ossimoro, come Putin. Credo che il Presidente della Repubblica e la premier debbano intervenire e con urgenza – o per lo meno assegnarmi, dopo questo post, una scorta.