Non serve una ricerca scientifica per renderci conto che il nostro modo di camminare è cambiato. Complice – o meglio, colpevole – il cellulare che ci ha indotti a un’andatura a capo chino, a volte con passo incerto per evitare di andare a sbattere contro qualcuno o qualcosa. Anche se in realtà è proprio questa attitudine ad avere incrementato incidenti tra i pedoni. Uno studio – e questo invece ci risulta utile per avere un’idea più precisa del fenomeno – svolto su un gruppo di studenti universitari e pubblicato nel 2022 sul Journal of American College Health ha fatto emergere che un quarto delle persone che attraversano gli incroci è incollato al cellulare. I ricercatori che hanno studiato questi dati parlano di “cecità cognitiva” che indica una buona probabilità di non vedere, mentre si cammina e si parla al cellulare, transitare accanto a sé anche individui appariscenti, per esempio un clown, come è accaduto in un’altra ricerca di una decina di anni fa. Il problema, come si può intuire, è che questo tipo di inconsapevolezza e conseguente distrazione può essere molto pericolosa. In più, i cellulari, utilizzati mentre camminiamo, come vedremo più avanti, interferiscono negativamente sull’umore.
Rischio di inciampare
In un altro studio pubblicato su Plos One i ricercatori del’Anglia Ruskin University hanno analizzato i comportamenti di chi utilizza lo smartphone mentre cammina per strada. Risultato? È confermato che tendiamo a camminare con la schiena piegata in avanti e la cassa toracica più chiusa. Inoltre, come afferma Matthew Timmis che ha guidato il gruppo di ricerca, “Il procedere è lento, i tratti più pronunciati”. In particolare, non si dedica abbastanza tempo a guardare la strada: solo il 12% dell’attenzione è rivolta al percorso, tutto il resto della concentrazione è dedicata a scrivere o leggere messaggi. In pratica, queste modifiche nei movimenti ci trasformano in persone impacciate che rischiano maggiormente di inciampare o cadere. Non è un caso che recentemente è entrato nel vocabolario Treccani il termine “smombie”, crasi delle parole smartphone e zombie per indicare una persona che cammina per strada senza alzare lo sguardo dallo smartphone, rischiando di inciampare, scontrarsi con altre persone o attraversare la strada in modo pericoloso.
Aumenta lo stress
“Negli ultimi anni stiamo sicuramente assistendo a un aumento delle tematiche correlate al ‘text neck‘ una condizione di sofferenza che colpisce la zona della cervicale causata proprio dall’uso prolungato di smartphone e tablet, anche quando camminiamo, che impone una posizione innaturale della testa”, spiega al FattoQuotidiano.it Monica Melendez, Posturologa e Mindfulness Coach. “Il prezzo più visibile e concreto che il nostro corpo paga”, continua l’esperta, “è legato all’accorciamento e alla chiusura delle catene posturali. Il disallineamento del baricentro corporeo, a lungo proteso in avanti verso il dislplay, può nel tempo manifestarsi con un aumento della tensione muscolare che è spesso percepita nella regione cervico-dorsale”. Una tensione e un’attitudine al multitasking che portano a vivere maggiore stress, come ha rilevato uno studio pubblicato su Frontiers in Psychology che ha sottoposto 80 persone a camminare in un tapis roulant e nello stesso tempo rispondere o usare il cellulare. Lo stress è stato rilevato attraverso questionari e la misurazione dalla saliva del cortisolo, l’ormone dello stress. La conclusione è stata che l’aumento del cortisolo era collegato a un maggior uso del telefonino durante l’attività. “Nella mia pratica professionale, mi capita sempre più frequentemente di osservare un’alterazione della percezione corporea e dell’equilibrio che porta a un aumento del rischio di inciampare, di cadere o di essere soggetti a distorsioni”, continua Melendez. “Se a questi aspetti legati alla biomeccanica del corpo aggiungiamo il calo dell’attenzione e il rallentamento dell’attività respiratoria – quella che è stata recentemente definita ‘apnea da schermo’ – è intuibile quanto il prezzo che possiamo pagare sia ancora più oneroso, anche in effetti in termini di stress e di influenza sull’umore”.
Come correggere questa tendenza?
E allora, cosa possiamo concretamente fare se non riusciamo a limitare l’uso del cellulare mentre camminiamo? “Il primo e più importante passo è sempre quello di diventare più consapevoli della nostra postura, riportando l’attenzione al corpo e al respiro ogni volta che è possibile”, sottolinea Melendez. “Un altro aspetto da considerare è adottare piccoli e semplici gesti di attenzione, come fermarsi per: chattare, leggere e utilizzare gli auricolari per parlare; ascoltare o inviare messaggi vocali. Compiere queste piccole azioni comporta il semplice ma ripetuto gesto di portare lo sguardo all’orizzonte, che a sua volta ci permette di recuperare una postura più aperta e più verticale. In questo può aiutarci, per esempio, la scelta di un salvaschermo, un timer o una app che ci aiuti a mantenere la concentrazione. Insomma, se proprio non possiamo fare a meno dello smartphone, cerchiamo almeno di renderlo uno strumento più funzionale, trasformando un nemico in un alleato della nostra consapevolezza e del nostro benessere”.