In Sardegna ha vinto Alessandra Todde che con caparbietà e tenacia ha creduto in una mission che all’inizio sembrava quasi impossibile, rinunciando anche coraggiosamente, al contrario dell’avversario, al sostegno nel comizio conclusivo dei suoi sponsor nazionali.
Ha perso, e clamorosamente, Paolo Truzzu inviso sindaco di Cagliari e con lui soprattutto Meloni che ha scelto un candidato perdente pensando di farlo vincere con l’imposizione delle mani. Ha perso malamente Matteo Salvini che con la Lega scende a percentuali tra le più basse di sempre (la volta scorsa aveva preso oltre l’11% ora è a 3,8%), mentre si salva Forza Italia. Ha perso Renato Soru, e con lui le forze che lo sostenevano da Calenda a Rifondazione (sic!), che non ha capito che i tempi cambiano: pur avendo governato la regione e forte di un nome conosciuto, non arriva nemmeno al 10% e non elegge nessun rappresentante.
Ha vinto dunque Giuseppe Conte che con la pentastellata Todde guida adesso la regione, l’unica a guida Cinquestelle. Ma ha vinto principalmente Elly Schlein che, pur guidando il partito più forte, ha saputo rinunciare, guardando lontano e scontentando molti dei suoi compagni di partito (che l’aspettavano al varco della sconfitta), ad un nome di appartenenza, privilegiando un progetto più generale e, sempre a differenza di tanti dei suoi, la maggiore freschezza della candidata grillina. La segretaria ha vinto anche in virtù del fatto che il suo Pd è il primo con quasi il 14%, battendo anche Fratelli d’Italia, un dato che silenzia definitivamente le critiche di chi non vedeva, e non vede, di buon occhio l’alleanza con Conte perché indebolirebbe il partito: così non è stato, anzi.
Il successo di Schlein è tanto maggiore perché mentre la leadership di Conte non aveva bisogno di conferme nel Movimento e fuori, la sua dopo la vittoria delle primarie è stata messa quasi quotidianamente sotto tiro dal gruppo moderato ed ex renziano, che il risultato della Sardegna ora mette all’angolo: anche la battaglia di retroguardia di alcuni sindaci e governatori per il terzo mandato ne esce indebolita. La segretaria dopo queste elezioni è molto più forte, dentro e fuori il partito. Anche stavolta non l’hanno vista arrivare…