C’è un documento che demolisce la ricostruzione ufficiale pubblicata su richiesta della Consob (dopo gli articoli del Fatto) in merito all’aumento di capitale di Visibilia Editrice, società del disastrato gruppo editoriale-pubblicitario fondato da Daniela Santanchè, ministro del Turismo e sino al 2022 azionista di riferimento e amministratore, che controlla i periodici VilleGiardini, Ciak, PC Professionale, Visto e Novella. E’ un documento pubblicato venerdì scorso, 23 febbraio, dalla sua società controllante, Visibilia Editore, quotata alla Borsa di Milano.
Partiamo dal documento. Il 23 febbraio, venerdì scorso, sul sito di Visibilia Editore appare questo comunicato stampa: “Visibilia Editore SpA, società quotata sull’Euronext Growth Milan, sistema multilaterale di negoziazione organizzato e gestito da Borsa Italiana, con riferimento all’aumento di capitale sino a un milione di euro deliberato dalla controllata Visibilia Editrice Srl, come da nostro comunicato del 21 febbraio 2024, rende noto che Visibilia Concessionaria Srl, che ha manifestato la propria disponibilità a sottoscrivere parte dell’aumento di capitale fino a un massimo di 600 mila euro, in data 15 febbraio 2024 ha effettuato un versamento di Euro 50.000 in favore di Visibilia Editrice Srl in conto aumento di capitale sociale”. Solo se si rimettono in ordine i fotogrammi del film di questa operazione, che riporterà di fatto il gruppo nelle mani del ministro di Fratelli d’Italia, ci si può accorgere di quanto i documenti ufficiali stridano con la versione dell’operazione diffusa sinora dalle società coinvolte. Ecco i fatti che smontano la versione sin qui raccontata.
Venerdì 16 febbraio, Visibilia Editrice ha deciso di lanciare un aumento di capitale da 1 milione, perché la relazione dell’ispezione condotta dal Tribunale di Milano mette in serio dubbio la sua continuità aziendale: in altre parole, il perito che su mandato dei giudici ha esaminato conti e organizzazione aziendale ha sottolineato il rischio che la società vada in liquidazione. Ma Francesco Maggioni, manager di lungo corso del gruppo Visibilia che ha lavorato con Santanchè e con il suo compagno Dimitri Kunz e che oggi di Editrice è amministratore unico, ha portato all’assemblea del socio unico Visibilia Editore (la società quotata che è controllata dalla Sif Italia del manager suicida Luca Reale Ruffino, i cui eredi non intendono più sborsare un centesimo per il salvataggio del gruppo fondato da Santanchè) la soluzione già pronta: a sottoscrivere la maggior parte del nuovo investimento, se Sif Italia come dichiarato il giorno prima non sarà intenzionata ad aprire i cordoni della borsa, sarà Visibilia Concessionaria che si è già impegnata a sottoscriverne la maggior parte. Ovvero, in ultima istanza, attraverso la catena di controllo (il 75% delle quote di Concessionaria è in mano a Immobiliare Dani, a sua volta al 95% di Santanchè), sempre lei: Daniela Santanchè. Per evitare che sulle sue creature si concretizzi il rischio di liquidazione giudiziale (il “vecchio” fallimento), dalla quale potrebbero scattare indagini per bancarotta con revocatorie sino a 5 anni, Santanchè si riprende la scena e tenta di salvare le società. Il tutto nell’imminenza dell’udienza che si è tenuta a Milano il 22 febbraio a Milano al Tribunale civile. Una mossa in extremis che sembra la ricerca di una via d’uscita: quanto poi a concretizzare le promesse e a scucire effettivamente i soldi, quella è tutt’altra questione.
La scansione temporale di questa corsa contro il tempo è attestata da documenti precisi. Per la serata del 16 febbraio l’amministratore unico di Visibilia Editrice, Francesco Maggioni, indice un’assemblea ordinaria della società per esaminare i risultati dell’ispezione del Tribunale. Risultati sintetizzati nella relazione del perito Daniela Ortelli che per il gruppo sono assai critici: i bilanci non sono stati redatti secondo le regole, scrive la relazione, e ci sono seri rischi per la continuità aziendale della Visibilia Editrice. Ma prima dell’assemblea di Visibilia Editrice (società controllata al 100% dalla quotata Visibilia Editore in mano a Sif Italia), in quello stesso 16 febbraio Maggioni scrive a Visibilia Concessionaria Srl una lettera in cui spiega che Editrice vuole effettuare un aumento di capitale da un milione aperto a terzi: “Siamo a chiedervi, qualora il nostro socio non fosse disposto a sottoscrivere l’aumento di capitale, se foste voi disponibili alla sua sottoscrizione”.
In quello stesso 16 febbraio Visibilia Concessionaria, per mano del suo amministratore unico Paolo Concordia (che come Maggioni è un manager di lungo corso del gruppo fondata da Santanchè e insieme a lui appare nelle registrazioni dei colloqui sull’uso della cassa integrazione Covid a zero ore per dipendenti che risultavano invece in servizio), risponde a Visibilia Editrice – e per conoscenza a Visibilia Editore – con una lettera: “riscontriamo la vostra comunicazione ricevuta in data odierna” e conferma l’interesse a partecipare all’aumento di capitale sino a 600mila euro.
Così, quello stesso venerdì 16 febbraio c’è già pronta la soluzione quando alle 19.05 si tiene l’assemblea ordinaria di Visibilia Editrice per deliberare sull’analisi delle conseguente che derivano dalla relazione ispettiva condotta per conto del tribunale di Milano da Daniela Ortelli. Maggioni propone “un aumento di capitale in coerenza con le necessità previste dal piano industriale” aperto anche ai terzi poiché “stante l’attuale indisponibilità di risorse adeguate in capo a Visibilia Editore solo i soci di quest’ultima, il cui orientamento è a oggi incerto, potrebbero permettere l’operazione di aumento”. “In proposito, il presidente segnala inoltre che Visibilia Concessionaria ha manifestato la propria disponibilità a sottoscrivere un aumento sino all’importo di 600mila euro”. La delibera di aumento di capitale da un milione viene approvata dall’unico socio con la clausola che “prima di aprire l’aumento a terzi, il socio unico” Visibilia Editore “verificherà la volontà dei propri soci di dotare Visibilia Editore delle risorse finanziarie necessarie a sottoscrivere in tutto o in parte l’aumento di capitale”. L’assemblea lampo si chiude alle 19.20.
Ma com’è possibile che Concessionaria (ormai ridotta a una scatola vuota amministrata da Francesco Maggioni senza nemmeno un dipendente) versi 50mila euro in conto aumento di capitale già il 15 febbraio, se solo il giorno dopo, 16 febbraio, riceve da Editrice l’informazione sul possibile aumento (deliberato il 16 febbraio stesso) e l’offerta di partecipare all’aumento stesso, rispondendo tra l’alto “riscontriamo la vostra comunicazione ricevuta in data odierna”? Da chi può avere ricevuto la Concessionaria l’informazione su una decisione di Editrice che non si è ancora concretizzata e che sarà comunicata dalla stessa Editrice a Concessionaria solo il giorno dopo? E come è possibile che in assenza di una comunicazione ufficiale su un’operazione di aumento ancora da deliberare Concessionaria abbia già provveduto materialmente il giorno prima a inviare una somma in conto aumento di capitale?
Chi è dunque che ha innescato la decisione di Concessionaria di provvedere a versare immediatamente 50mila euro a Editrice, trasmettendo a Concessionaria (dunque a Santanchè) l’informazione sull’aumento di capitale un giorno prima delle comunicazioni ufficiali tra le due società e della delibera di aumento di capitale varata dall’assemblea degli azionisti di Editrice che si terrà solo il giorno dopo? I soci di minoranza di Visibilia Editore, capitanati da Giuseppe Zeno, si pongo questa domanda e intendono porla nelle prossime ore anche alla Consob, con un esposto all’autorità di vigilanza dei mercati finanziari, per fare in modo che si verifichi tutta la catena degli avvenimenti e che il cane da guardia della Borsa accerti se sono stati rispettati la legge e i diritti dei piccoli azionisti di Visibilia Editore. Secondo i soci di minoranza pare difficile immaginare che l’amministratore unico di Visibilia Concessionaria, Paolo Concordia, abbia deciso in autonomia di partecipare a una operazione straordinaria e rilevante dal punto di vista finanziario e strategico, quale l’aumento di capitale di Visibilia Editrice, senza averne preventivamente informato l’azionista di riferimento né averne ottenuto adeguato consenso. Ora sarà la Consob a dover fare luce su tutta questa intricata faccenda, mentre dalla sezione civile del tribunale di Milano è attesa a ore la decisione sul possibile commissariamento di Visibilia richiesto dai soci di minoranza e anche dai pm della Procura meneghina.