Il via libera all’udienza per la discussione dell’udienza per la revisione del processo a Rosa Bazzi e Olindo Romano, ha spinto un altro condannato in via definitiva all’ergastolo, Massimo Bossetti a sperare. “Sono fiducioso e ottimista che prima o poi, pure sul mio caso, come è avvenuto per Rosa e Olindo, possa accadere allo stesso modo. Non ho mai perso fiducia nella giustizia, purtroppo si sa che la giustizia è lunga e lenta, ma la verità prima o poi viene portata alla luce” si legge in uno stralcio di una delle tre lettere ricevute dal giornalista Marco Oliva e lette su Telelombardia.
Il muratore di Mapello è accusato della morte della 13enne Yara Gambirasio, morta di freddo e di stenti dopo in un campo di Chignolo d’Isola, tre mesi dopo essere spartita da Brembate (Bergamo). Il 12 ottobre 2018 la Suprema corte lo condannò all’ergastolo, ma da allora gli avvocati hanno più volte presentato ricorsi. L’ultimo riguarda quello considerato inammissibile per il riesame dei reperti. Nelle motivazioni di condanna i giudici sottolinearono che il Dna di Ignoto 1 corrispondeva a quello dell’imputato e che era illogica la tesi del complotto.
“Ci sono tanti casi di cronaca – ha aggiunto Bossetti – che agli occhi di tutti sono rimasti colmi di incertezze e di piste alternative mai prese in considerazione, ma non bisogna perdere la fiducia: non per niente esiste un organo di revisione nella giustizia che ci permette di vagliare dubbi, anomalie e incongruenze mai risolte durante le fasi processuali all’epoca dei fatti”. Nel 2019 però anche la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva respinto un ricorso.
La13enne, scomparsa nel nulla il 26 novembre 2010 nel tragitto dalla palestra a casa, era stata ferita diverse volte con un’arma da taglio e poi lasciata ad agonizzare nel campo, dov’era morta nella notte, sfinita dal freddo e dalla paura. Il suo corpo era stato trovato praticamente per caso tre mesi dopo da un aeromodellista, dopo che in suo mezzo telecomandato era caduto a pochi passi dal cadavere nel campo di Chignolo d’Isola. Bossetti, che è stato condannato all’ergastolo in primo (1 luglio 2016) e secondo grado (18 luglio 2017), si è sempre proclamato innocente.