A parte qualche eccezione, i commentatori italiani, che poi influiscono su quelli sardi, non hanno capito cosa è successo alle elezioni sarde. Non riescono a spiegarle. Dalla sinistra alla destra, gli eventi, la realtà, è piegata a necessità italiane, “nazionali”, intendendo come nazionali le ragioni di Roma.

Alessandra Todde, a capo della coalizione PD-M5S più altri, ha vinto su Paolo Truzzu, del centrodestra. Renato Soru, terzo candidato con la Coalizione Sarda, conquista l’8,6%. Lucia Chessa si ferma intorno all’1%.

Il primo elemento dimenticato è che la ferrea legge dell’alternanza (una legislatura la vince il centrodestra, quella dopo il centrosinistra) si conferma. Da venti anni anni è così. Dopo 5 anni di governo non soddisfacente, la coalizione uscente perde. Anche questa volta è successo.

Un altro elemento è la legge elettorale. Una legge elettorale infame, che andrebbe cambiata nei primi mesi di questa legislatura, che non permette a terze coalizioni di finire in consiglio regionale. Le liste a sostegno di Soru, nonostante abbiano preso l’8%, non saranno in consiglio regionale. Con questa legge elettorale, il ragionamento sul “voto utile” (voto chi può vincere e chi può entrare in consiglio) ha una attrattiva fortissima.

Ci sono stati poi due elementi politici raccontati anche dai giornalisti italiani. Il primo è che Paolo Truzzu perde le elezioni regionali sarde perché perde malamente nella città in cui è sindaco. Incredibile. Se il centrodestra avesse candidato chiunque altro (tranne Solinas) avrebbe avuto più chance di vincere. Il secondo elemento, e questa è una novità, è che per la prima volta l’alleanza Pd-Cinquestelle funziona, anche se il centrodestra ha comunque molti più voti del centrosinistra con le liste. Da ultimo, anche l’originale meccanismo del voto disgiunto, utilizzato da migliaia di elettori del centrodestra, a favore di Todde da parte di elettori di Truzzu e a favore di Soru da parte di elettori di Truzzu, ha dato una ulteriore spinta alla vittoria di Todde.

La Coalizione Sarda si ferma sotto la soglia di sbarramento del 10%. Tutti si aspettavano un miglior risultato del candidato presidente, e migliori risultati delle liste di Progetto Sardegna e +Europa/Azione/UPC. Vota Sardigna ha fatto la sua parte, e si afferma come seconda lista della coalizione. Se la Coalizione Sarda è un progetto di trasformazione dello scenario politico e sociale sardo deve continuare ad esistere, deve strutturarsi e aprire un grande momento di coinvolgimento dei suoi 54mila elettori. Se ne avvantaggerebbe la Sardegna, e anche Alessandra Todde probabilmente, a cui faccio i migliori auguri. La Sardegna non ha bisogno di cinque anni bui, non ce li possiamo permettere.

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