Quanti alberi sono stati tagliati nel bosco di Ronco, alle pendici delle Tofane, per far posto alla pista da bob “Eugenio Monti” per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026? L’abbattimento è cominciato il 20 febbraio, da parte della ditta Lgb Forestal service di Luca Ghedina Broco, il fratello dell’ex campione di sci Kristian, ma è stato interrotto dalle copiose nevicate. Per questo il lavoro per la riduzione in pezzi e la rimozione richiede ancora parecchio lavoro. Solo ad operazione avvenuta si saprà il numero esatto dei larici abbattuti, eppure stanno crescendo polemiche ed esposti.

Cristina Guarda, consigliere regionale di Europa Verde, ha ricevuto le segnalazioni di alcuni cittadini (con foto dal drone), comparando la situazione esistente prima del taglio, e ha presentato una segnalazione al Nucleo Forestale di Cortina d’Ampezzo. “Confrontando con le aree del progetto esecutivo sembrerebbe che il taglio del numero effettivo di alberi abbia ecceduto quello previsto originariamente”. Chiede di verificare “se sia stata sottratta al verde naturale un’area ben più ampia di quella prevista nel progetto esecutivo, sforando la zona dell’Anfiteatro”. Aggiunge: “Il bosco di Ronco ha un valore affettivo per molti cittadini. Oggi è divenuto oltretutto simbolo di un taglio privo di senso dal punto di vista forestale, eseguito solo per lasciare spazio a un’opera destinata ad assorbire risorse pubbliche, acqua ed energia. Mi auguro si faccia chiarezza in tempi brevi”.

L’area dell’intervento è di 19.980 metri quadrati di bosco (quasi due ettari) e dalla determina dall’affidamento dell’appalto risulta che saranno tagliati 2.200 metri cubi di legno. Il numero di larici si aggira, secondo una stima, sulle 500 unità. Andrea Zanoni, consigliere dem che ha misurato alcune piante abbattute, dichiara: “Su una trentina di tronchi, della lunghezza che arriva a 40 metri, è stato possibile calcolare, in base al numero dei cerchi, un’età compresa fra i 130 e i 180 anni”. Ad attizzare le polemiche è il dottore forestale Luigi Torreggiani, con un articolo su L’Altramontagna, basato sul piano di gestione forestale delle singole particelle dell’area. “Si evince che, mediamente, la ‘provvigione’, ovvero il volume di legno presente, varia tra i 300 e i 350 metri cubi ad ettaro. Il numero di piante si attesta intorno alle 280-300 ad ettaro. In pratica, ogni pianta ‘cuba’ mediamente poco più di 1 metro cubo. I 2.200 metri cubi di legno della determina indicano un numero triplo rispetto ai 7-800 metri cubi che, presumibilmente, vegetano nei circa 2 ettari previsti al taglio dal progetto. Sembra che i larici da tagliare siano ben di più dei 5-600 citati dai vari comitati, ma addirittura quasi 2.000”. Se le piante abbattute saranno effettivamente 500, allora qualcosa non torna nella cubatura complessiva indicata nella determina e il costo al metro cubo sarebbe molto maggiore.

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