Per la Commissione parlamentare Antimafia sono due i candidati “impresentabili” alle prossime regionali in Abruzzo. La presidente Chiara Colosimo ha comunicato che, all’esito delle verifiche svolte dalla commissione, “risultano in violazione del codice di autoregolamentazione due candidature” alla tornata elettorale del prossimo 10 marzo: si tratta dei candidati al Consiglio regionale Simona Fernandez, di Alleanza Verdi e Sinistra-Abruzzo Progressista e Solidale, e Vincenzo Serraiocco, di Noi moderati.
Per Fernandez “risulta disposto il giudizio” con decreto del Gip del Tribunale di Taranto, per il reato di “concorso nel reato di frode nelle pubbliche forniture“. Il dibattimento e in corso di svolgimento. Per il candidato Serraiocco il Gup di Pescara ha disposto il giudizio per il reato di “concorso in reato continuato di bancarotta fraudolenta“. Anche nel suo caso il processo è in corso.
Commentando la notizia di essere finita tra gli “impresentabili”, la candidata di Avs fa sapere di riconoscersi “un’unica responsabilità: aver denunciato e documentato alla Guardia di Finanza, con il relativo sonoro, un evidente tentativo di corruzione nei miei confronti da parte di un funzionario pubblico relativo al ruolo che ricoprivo allora”. “Se questo è un reato – ha aggiunto Fernandez – ne sono orgogliosa. Per quanto riguarda il processo aperto successivamente per una presunta ‘frode in appalto’ – sottolinea – non solo nego ogni mia responsabilità ma è dal 2017 che aspetto che il Tribunale di Taranto affronti la questione come ho più volte richiesto”. In sua difesa arriva anche il commento del segretario abruzzese di Sinistra italiana, Daniele Licheri: “Auspichiamo che la magistratura affronti rapidamente entrambe le questioni ristabilendo la verità dei fatti”.
Fa cerchio intorno al candidato Vincenzo Serraiocco anche la segreteria nazionale di Noi Moderati: “È candidabile, il suo casellario giudiziale, estratto come prescrive la legge prima della candidatura, è immacolato. Già un procedimento a suo carico, collegato all’inchiesta in corso, lo ha visto assolto con formula piena”, scrive il partito in una nota. ”Un rinvio a giudizio non può mai essere una condanna preventiva. Abbiamo fiducia nella sua persona e nel tribunale che lo giudicherà – si legge ancora – e crediamo fermamente nel principio giuridico scolpito nella Costituzione della presunzione d’innocenza”.