La libertà di abortire garantita dalla costituzione. Mercoledì 28 febbraio il Senato francese ha approvato una proposta di legge per inserire nella Costituzione la libertà per le donne di abortire, con 267 voti a favore e 50 contrari. Ora manca solo l’ufficialità del voto del Congresso, previsto per il 4 marzo. La misura era stata promessa dal presidente Emmanuel Macron dopo l’arretramento dei diritti all’aborto nelle sentenze dei tribunali degli Stati Uniti. Il voto di oggi è giunto dopo che la Camera bassa francese, l’Assemblea nazionale, ha approvato a maggioranza la proposta il 30 gennaio.

La misura ora passa all’esame di una sessione congiunta del Parlamento per la prevista approvazione. Il governo di Macron vuole che l’articolo 34 della Costituzione sia modificato per specificare che “la legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà delle donne di ricorrere all’aborto, che è garantita”. “Mi sono impegnato a rendere irreversibile la libertà delle donne di abortire, inserendola nella Costituzione. Dopo l’Assemblea nazionale, anche il Senato ha compiuto un passo decisivo, che accolgo con favore”, ha affermato il presidente. Perché la revisione costituzionale passi è necessaria la maggioranza dei tre quinti dei “voti espressi” il giorno della votazione. Il Parlamento ha 577 deputati e 348 senatori (925 parlamentari), la maggioranza sarebbe di 555 voti – se tutti i parlamentari fossero presenti lunedì a Versailles.

Sull’approvazione del Senato è intervenuto il primo ministro Gabriel Attal: “Ci sono giorni che segnano la storia politica e parlamentare del nostro Paese. Oggi è un giorno di questi. Dopo l’Assemblee Nationale, il Senato ha votato oggi per inserire il diritto all’aborto nella nostra Costituzione. Questo è un enorme passo avanti. È una protezione che dobbiamo a tutte le donne. È il riconoscimento del loro diritto a disporre liberamente del proprio corpo”. “Quando i diritti delle donne vengono attaccati in tutto il mondo, la Francia si alza e si pone in prima linea nel progresso. Il prossimo passo: il voto al Congresso di lunedì” a Versailles, sottolinea il premier.

Ma la misura non mette tutti d’accordo. La Conferenza episcopale di Francia esprime “tristezza” per il voto dei senatori. L’organismo episcopale si è in particolare rammaricato che “nel dibattito non sia entrato il tema delle leggi a sostegno di chi vorrebbe tenere il proprio bambino”. “L’aborto – si legge in un comunicato dei vescovi – resta un’offesa alla vita al suo inizio, e non può essere visto soltanto nella prospettiva del diritto delle donne”. I vescovi aggiungono di voler restare attenti al rispetto della “libertà di coscienza dei medici e di tutto il personale sanitario” reticente a praticare un’interruzione volontaria di gravidanza. Durante la seduta di mercoledì in Senato è stato bocciato un emendamento della destra Républicains che avrebbe inserito nella Costituzione il diritto all’obiezione di coscienza sull’aborto per i medici, che è già legale in Francia.

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