Dal 2018 ad oggi, come riportano i tabloid inglesi, il numero di campagnoli uccisi dagli attacchi improvvisi dei pachidermi è salito a 90
“Uccidono e giocano con i corpi delle loro vittime come fossero bambole“. Nella Thailandia orientale è guerra aperta tra contadini ed elefanti. Dal 2018 ad oggi, come riportano i tabloid inglesi, il numero di campagnoli uccisi dagli attacchi improvvisi dei pachidermi è salito a 90. Ultimo, tra le pagine di cronaca, è il contadino di 73 anni Pae Pakdee. L’uomo, secondo la ricostruzione della polizia, è stato ucciso da un elefante maschio di 3 metri che gli avrebbe strappato gli arti dal corpo. La moglie della vittima, dopo aver riconosciuto tra i poveri resti parti del corpo del marito ha dichiarato alla stampa locale che oramai per gli abitanti dei villaggi che si trovano nella Thailandia orientale, attorno a 100 chilometri ad est dalla capitale Bangkok, è letteralmente impossibile convivere pacificamente accanto agli elefanti.
Ricordiamo che l’elefante è considerato un animale sacro per la cultura thailandese e che, da tempo, si è effettuato un ripopolamento voluto dal governo centrale proprio nelle zone dove la convivenza con l’uomo si è complicata. Una dinamica artificiale – simile a ciò che è accaduto in Trentino in Italia con gli orsi, ndr – che ha ovviamente inserito a forza questi enormi pachidermi in spazi di campagna piuttosto densi di villaggi e soprattutto strade. Infatti, molti incidenti si verificano proprio durante gli spostamenti in auto degli abitanti.
In diverse testimonianze fotografiche viene mostrato l’assalto degli eleganti ad auto e camion, il più delle volte senza intenti bellicosi (sul Daily Mail si vedono diversi elefanti intenti a rubare i carichi alimentari per poi cibarsene), ma provocando una dose di terrore altissima che ha portato quindi a una forma di difesa, quella di sparare delle piccole bombe chiamate “ping pong” fatte in casa, acquistate nei mercati lungo le strade, per difendersi e difendere il proprio raccolto. Esplosioni che ovviamente non hanno fatto altro che provocare ulteriore caos e suscitare negli elefanti ulteriore aggressività.
Gli elefanti sono considerati sacri in Thailandia e molti credono che il governo tailandese abbia messo la vita dell’animale al di sopra di quella delle persone, dal momento che la multa – e la potenziale pena detentiva – è molto più alta per l’uccisione di un elefante rispetto al risarcimento dato alle famiglie delle persone uccise dal mammifero.