Cronaca

Liliana Segre querela Elena Basile per il video in cui la accusava di “pensare solo ai bambini ebrei”. E ne chiede la rimozione dai social

La senatrice a vita Liliana Segre ha querelato Elena Basile, l’ex diplomatica che il 7 febbraio scorso, in un video diffuso sui social, l’aveva accusata di essere “tormentata solo dal pensiero dei bambini ebrei”. La querela, già annunciata nell’immediatezza del fatto, è stata depositata giovedì dall’avvocato della 94enne superstite della Shoah. In parallelo, Segre ha scelto di agire anche in sede civile, proponendo una diffida con richiesta di rimozione dei video – ritenuti diffamatori – e di un risarcimento del danno che, se ottenuto, sarà devoluto in beneficenza. Basile si era scagliata contro la senatrice a vita prendendo a pretesto il contenuto di una sua intervista: “Dice di non poter più dormire pensando ai bambini ebrei uccisi il 7 ottobre, ma, cara signora, possibile che i bambini palestinesi non la toccano?”, aveva detto.

Lo stesso giorno, dopo che il figlio di Segre, l’avvocato Luciano Belli Paci, aveva annunciato la volontà della madre di sporgere querela per diffamazione, l’ex ambasciatrice si era scusata con un lungo intervento (qui la versione integrale): “Sono molto spiacente di questo atroce malinteso. Sono stata tratta in inganno da un’intervista letta forse superficialmente”, scriveva. “Chiedo umilmente scusa alla Senatrice se l’ho ferita. Non era questa la mia intenzione, anche se ho sbagliato ad agire molto frettolosamente, spinta da un’indignazione che nel caso della Senatrice in effetti non aveva motivo di esistere. Spero che potrà dimenticare l’offesa ricevuta credendo tuttavia nella mia buona fede, che c’è sempre”.

“Basile, pur avendo riconosciuto nel suo anomalo messaggio di scuse di avere completamente distorto il pensiero di Liliana Segre e di avere fatto un “paragone inappropriato” non ha rimosso il suo video dalle varie piattaforme, non ha provveduto a pubblicare un video di rettifica, non si è in alcun modo adoperata per arrestare la proliferazione del suo messaggio diffamatorio”, osserva Belli Paci in un comunicato. “La stessa Basile, inoltre, ha continuato a sostenere di essere stata tratta in inganno da “una certa stampa” che avrebbe riportato le dichiarazioni di Liliana Segre in maniera distorta. Tesi che non trova alcun riscontro nella realtà“.