La seconda metà della coppia di registi più impegnata e importante del cinema italiano se n’è andata. Il regista Paolo Taviani è morto alle 18 di giovedì 29 febbraio nella clinica villa Pia a Roma, dopo una breve malattia. Aveva 92 anni. Accanto a lui fino all’ultimo la moglie Lina Nerli, costumista di fiducia dei due fratelli registi e di tanti altri film, e i figli Ermanno e Valentina. Lunedì 4 marzo si terrà la cerimonia laica funebre alla Promototeca del Campidoglio dalle ore 10 alle 13.
Originario di San Miniato, in provincia di Pisa, per tutta la vita ha lavorato insieme al fratello Vittorio, venuto a mancare nel 2018 all’età di 88 anni. La nota coppia di registi ha realizzato numerosi capolavori, da La notte di San Lorenzo – con cui vinsero il Nastro d’argento per la miglior regia – a Cesare deve morire, orso d’oro nel 2012. Ma è con Padre padrone, autobiografia di Gavino Ledda, ex pastore sardo diventato scrittore e filologo, che nel 1977 i fratelli Taviani guadagnarono fama internazionale grazie alla Palma d’Oro e al Premio della Critica al Festival di Cannes.
“I fratelli Taviani” sono diventati negli anni un vero e proprio ‘marchio cinematografico’: nel 1967 iniziarono l’’attività autonoma, dirigendo, da allora sempre insieme, il primo film, “I sovversivi”. Coerenti interpreti di un cinema civilmente impegnato, nella seconda fase della loro carriera, pur continuando a rappresentare la necessità e il rimpianto dell’utopia, si sono dedicati soprattutto alla rievocazione del passato e alla trascrizione filmica di opere letterarie. Nel 2017 sono tornati al cinema, per l’ultima volta in coppia, con il film Una questione privata, tratto dal romanzo omonimo di Beppe Fenoglio, presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma. Nel 2022, quattro anni dopo la morte di Vittorio, Paolo è tornato in concorso a Berlino con Leonora addio, film ispirato all’omonima novella di Luigi Pirandello, conquistando il premio FIPRESCI.