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TikTok e la musica ‘sparita’ dai video: ecco cosa sta accadendo

La piattaforma e Universal Musica devono rinnovare un contratto sulle edizioni musicali, ma la via pare tortuosa

di F. Q.

La faccenda ricorda molto quella tra Meta e Siae, poi risoltasi. TikTok e la Universal Music Publishing Group (UMPG) litigano. Il motivo? Il contratto per il catalogo editoriale in scadenza e la disputa sul rinnovo dei termini. Mentre si decide, la musica in catalogo UMPG (una marea) è stata rimossa e quindi niente più video con Harry Styles, Taylor Swift e neppure i Beatles, per dirne tre non a caso. “La tattica di TikTok è ovvia: usare il potere della sua piattaforma per ferire gli artisti vulnerabili e cercare di intimidirci per farci accettare un pessimo accordo che sottovaluta la musica e imbroglia artisti e cantautori così come i loro fan“, dice Universal. In soldoni: cercano di pagare di meno approfittando dell’enorme successo della piattaforma, secondo la major. “Nelle nostre discussioni sul rinnovo del contratto, li abbiamo pressati su tre questioni cruciali: un compenso adeguato per i nostri artisti e cantautori, la protezione degli artisti umani da gli effetti dannosi dell’intelligenza artificiale e la sicurezza online per gli utenti di TikTok… Per quanto riguarda la questione del compenso di artisti e cantautori, TikTok ha proposto di pagare i nostri artisti e cantautori a un tasso che è una frazione del tasso pagato dalle principali piattaforme social situate in modo simile. Tik Tok sta cercando di costruire un business basato sulla musica, senza pagare un giusto valore per la musica”.

La piattaforma non è stata a guardare e ha ribattuto: “È triste e deludente che Universal Music Group abbia anteposto il proprio tornaconto agli interessi dei propri artisti e autori. Portando avanti una falsa retorica, Universal cerca di dissimulare il fatto che ha scelto di allontanarsi dal supporto della nostra piattaforma, con oltre un miliardo di utenti, che funge gratuitamente da potente veicolo promozionale e di scoperta per i loro talenti”. Non solo, è arrivata anche una “bordata” sul controllo del mercato: “TikTok può confermare che negli Stati Uniti e nel Regno Unito, UMG e UMPG insieme rappresentano circa il 30% della musica popolare sulla piattaforma e, altrove, la percentuale è ancora minore”. Della serie, se te ne vai non ti cercherò. E gli utenti? Loro saranno felici qualora l’accordo non dovesse essere rinnovato entro fine febbraio, alla scadenza?

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