Scuola

Via libera del Senato a pene più alte per chi aggredisce il personale scolastico. Genitori: “Non è così che si risolvono i problemi”

Aumentano le pene per chi alza le mani nei confronti dei presidi, dei docenti o dei collaboratori scolastici. Ma non solo. Mercoledì il Senato ha approvato un Disegno di legge che prevede la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico e persino un Osservatorio che avrà il compito di monitorare i casi di aggressione. Dopo i fatti di cronaca dei mesi scorsi che hanno puntato i riflettori su mamme e papà che hanno preso a schiaffi dirigenti e professori, è arrivata la stretta del Governo. Un provvedimento che vede il plauso del presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli ma che trova contrarie tutte le associazioni di genitori e anche il Movimento di cooperazione educativa che raggruppa docenti di tutt’Italia.

Nella pratica con il Ddl di iniziativa della Lega, con primo firmatario Rossano Sasso, la pena per chi aggredisce è aumentata da un terzo a due terzi se il fatto riguarda un dirigente scolastico o un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario: dagli attuali cinque anni per aggressione, a sette anni e mezzo, e da tre a quattro anni e mezzo per oltraggio. L’Aula di Palazzo Madama ha dato l’ok anche all’istituzione di una giornata (che sarà decisa dal ministero dell’Istruzione e del Merito) volta “a sensibilizzare la popolazione promuovendo una cultura che condanni ogni forma di violenza contro il personale scolastico”. Infine, sarà attivato l’Osservatorio che raccoglierà ed esaminerà le segnalazioni di casi di violenza e di eventi indicatori del rischio oltre a promuovere lo svolgimento di corsi di formazione per il personale scolastico, finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto.

Iniziative che non trovano per nulla il sostegno dell’Associazione “Genitori Democratici” di cui è presidente Angela Nava che a ilfattoquotidiano.it dice: “Questa ulteriore giornata nazionale è la proclamazione dell’ennesima ipocrisia nazionale. Quando ci sono reati verso un pubblico ufficiale esiste già una normativa. Questo provvedimento serve solo ad alzare ancora di più le barricate tra corporazioni. I casi di violenza ci sono e nessuno li sottovaluta ma vogliamo guardarli statisticamente? Enfatizzare l’aspetto difensivo anziché dare risorse umane alla Scuola, è davvero inutile”.

Dello stesso parere Claudia Di Pasquale, dell’Age, da sempre vicina al mondo cattolico: “È come se di fronte a un’emicrania cronica prendiamo l’aspirina ma non andiamo alla scoperta della causa. Va bene contenere la violenza ma le norme in vigore erano sufficienti. I casi di aggressione, spesso, nascondono famiglie disfunzionali, problemi seri che non si affrontano certo inasprendo le pene. Le soluzioni sono altre: serve un reclutamento differente dei docenti perché possiamo avere maestri e professori con competenze pedagogiche in grado di captare certe condizioni; abbiamo bisogno di classi meno numerose perché si possa stare più sereni in un’aula e di avere scuole che non siano ghetti di classi sociali”.

Ma a criticare il Governo è anche Antonio Affinita, direttore del Moige, il Movimento italiano genitori che a ilfattoquotidiano.it dice: “La violenza va sempre biasimata sia quando è messa in atto da un genitore nei confronti dei docenti sia quando a farla è un insegnante verso uno studente. Non vogliamo, tuttavia, che questo clima di caccia alla streghe dimentichi i milioni di genitori che hanno un atteggiamento corretto e collaborativo con la scuola. Non è inasprendo le pene che si risolvono i problemi. Siamo di fronte ad un fenomeno, quello delle aggressioni, che pur grave in termini percentuali è dello 0,03%. Urge invece un rinnovato patto di corresponsabilità educativo. Da mesi ci stiamo confrontando con il ministro Valditara ed auspichiamo un provvedimento in tempi stretti che riporti i genitori al loro ruolo di alleati e protagonisti con i docenti nella sfida educativa delle nuove generazioni”.

Anche dal fronte dei docenti, che sono il bersaglio delle violenze, non arrivano elogi per la maggioranza. A parlare è Anna D’Auria, delegata alle politiche scolastiche del Movimento di cooperazione educativa: “Pensiamo che questi siano interventi spot che non colgono il disagio che nasce dalle condizioni della scuola che non riesce sempre ad accogliere e attivare modalità di relazioni educative. La Giornata contro la violenza nei confronti del personale scolastico lascia il tempo che trova; non serve, non produce cultura. Prosegue da parte del Governo questa modalità di interpretare il compito educativo con la tolleranza zero”. L’unico a stare dalla parte di Sasso e della destra, è il numero uno dell’Anp, Giannelli: “Siamo favorevoli all’introduzione dell’aggravante. È da anni che lo chiediamo. Ci siamo tanto lamentati, c’è stato tanto scalpore nei mesi scorsi per i fatti accaduti e adesso che si interviene non si può gridare allo scandalo. Non basta ma serviva anche un inasprimento della pena”.