A fine luglio scorso il governo Meloni aveva fatto saltare il finanziamento nella rimodulazione del Pnrr, adesso – a poco più di una settimana dalle elezioni regionali in AbruzzoGiorgia Meloni tira fuori dal cilindro 720 milioni di euro per il raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara. Ad annunciarlo è stata la stessa presidente del Consiglio: “Mettiamo in sicurezza un’opera strategica“, ha sottolineato Meloni parlando della decisione, approvata dal Cipess (presieduto proprio dalla premier), che autorizza l’assegnazione di 720 milioni del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027 al Ministero delle infrastrutture per il raddoppio dei lotti 1 e 2 della linea Roma-Pescara.

Il particolare tempismo dell’annuncio è stato molto criticato dalle opposizioni: il 10 marzo gli abruzzesi saranno chiamati ad eleggere il nuovo presidente della Regione e il centrodestra punta sulla riconferma dell’uscente meloniano Marco Marsilio. La sconfitta in Sardegna non deve essere replicata e per questo, anche all’interno della compagine di governo, è corsa a intestarsi il successo dell’operazione Roma-Pescara. Confermando il carattere politico della decisione la Lega cerca di rubare la scena a Meloni: l’approvazione delle risorse – ha annunciato una nota del Carroccio che è stata diffusa pochi minuti prima di quella della premier – “è un passo fondamentale per il celere avvio dei lavori così come auspicato da Matteo Salvini“.

Del potenziamento della linea si parla da circa circa un ventennio, ma i cantieri non sono mai partiti: gli interventi, secondo il progetto di Rfi, dovrebbero ridurre i tempi di percorrenza dalle attuali 3 ore e 20 minuti a circa 2 ore. Ma quelli finanziati sono sono i primi due lotti: il costo totale dell’opera si aggira oltre i 6 miliardi di euro. “Nel Pnrr erano previsti 620 milioni”, ma nella revisione “abbiamo dovuto stralciare” il finanziamento per l’impossibilità di completare l’opera, spiega Meloni. Il governo però ha cercato “fonti alternative” e ha trovato le risorse. “Copriamo tutto il finanziamento che serve e assicuriamo anche una copertura aggiuntiva di 100 milioni”, annuncia: 720 milioni complessivi che, aggiunti ai 231 milioni del Fondo opere indifferibili, coprono interamente il costo per i due lotti.

“Io mi sarei vergognato da presidente del Consiglio, a qualche giorno dal voto, a rifinanziare un definanziamento che era stato colpa del Governo”, ha commentato il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. “Peraltro diciamolo ai cittadini abruzzesi, stiamo parlando – ha aggiunto – del finanziamento lotto 1 e lotto 2, quindi non è la Roma Pescara, è la Pescara Chieti. Ma di queste cose elettorali, queste prese in giro, i cittadini sono stanchi”. Sulla stessa linea anche il Partito democratico, che insieme al M5s ripropone anche in Abruzzo il “campo largo” sostenendo la candidatura unitaria di Luciano D’Amico (come fatto con Alessandra Todde in Sardegna). “Mancano ancora 5 miliardi 585 milioni per completare il finanziamento dell’intera opera, il cui costo complessivo ammonta a 6 miliardi 305 milioni. E mancano ancora 745 milioni per completare la restituzione dei fondi tagliati l’anno scorso“, sottolinea il deputato pescarese del Pd Luciano D’Alfonso. “Meloni ha annunciato risorse ma non dice che quei fondi sono soltanto una parte dei soldi che furono tolti all’Abruzzo dal suo governo nell’estate scorsa: tra giugno e luglio 2023 l’esecutivo nazionale si è ripreso 1 miliardo 465 milioni 170mila euro, ora ci restituiscono 720 milioni”, ha aggiunto l’ex presidente della Regione Abruzzo D’Alfonso. Una polemica che, probabilmente, sarà al centro degli ultimi giorni di campagna elettorale abruzzese.

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