Che fine ha fatto la principessa del Galles? Il mondo vuole risposte e le vuole adesso, perché dopo due mesi giocati a carte coperte, lo storytelling del palazzo non regge più e la versione su Kate centellinata dalla corona fa acqua da tutte le parti.
Giovedì, in una mossa all’apparenza ferma, ma nella sostanza molto preoccupante, Kensington Palace ha dovuto rimettere mano al comunicato diramato il 17 gennaio scorso, all’indomani dall’intervento di chirurgia addominale al quale sarebbe stata sottoposta, per cercare di buttare acqua sul fuoco che sta divampando al grido di: che fine ha fatto Kate Middleton?
Il destinatario, curiosamente, è il tabloid americano Page Six, le parole sono sempre le stesse, una spiegazione che insiste sulla richiesta della famiglia di mantenere riserbo per proteggere i tre bambini dei principi del Galles, George, Charlotte e Louis e confermare che la principessa “sta meglio”. Tutto come da programma che prevede una convalescenza di tre mesi, iniziata il 29 gennaio, con le dimissioni (che nessuno ha potuto documentare) dalla London clinic e che terminerà tra le campagne di Windsor il 31 Marzo, dopo pasqua.
La seconda uscita del medesimo comunicato si è resa necessaria per il crescendo preoccupante ed incontrollato di teorie “cospirazioniste” che hanno invaso la rete e che i pr della futura regina hanno cominciato a ritenere evidentemente preoccupanti. Lo stesso tabloid avrebbe insistito citando le sue fonti secondo le quali “nemmeno lo staff più vicino a Kate Middleton sapeva che sarebbe andata sotto ferri”.
A dare il colpo di grazia alla pazienza dimostrata dai sudditi e dalla stampa britannica, anche l’improvviso e ingiustificato forfait di William, martedì, alla funzione commemorativa del suo padrino ed ultimo re di Grecia Costantino II, dove era atteso. “Motivi personali” le ragioni addotte poco prima dell’appuntamento a pochi passi dal cottage dove alloggerebbe con la famiglia, ma soprattutto, in chiosa, la ripetizione ossessiva della formula “Kate sta bene”.
Anziché rassicurare, il combinato disposto di questi elementi ha acceso una miccia peggiore ed il web è impazzito tanto da portare ad un intervento formale. Anche una corrispondente della BBC in un reel ufficiale pubblicato su Instagram ha ammesso che nell’ultimo periodo il suo whatsapp è stato sommerso da persone che le rivolgevano la stessa domanda: che fine ha fatto Kate?
Per placare gossip e meme, giovedì mattina William si è presentato nella sinagoga del centro di Londra per esprimere la sua vicinanza alla comunità ebraica, sempre più oggetto di fenomeni di razzismo, pareggiando così il colpo dato una settimana prima quando si era esposto in favore delle vittime della striscia di Gaza e rimettendo in campo, almeno a parole, la moglie “scomparsa”. Per la prima volta da gennaio, infatti, William ha parlato a nome di entrambi citando Catherine nella sua condanna contro l’antisemitismo.
Il comunicato per il cessate il fuoco a Gaza portava solo la sua firma e durante le altre, pochissime, uscite pubbliche di questi due mesi ha sempre parlato a titolo personale tanto quanto Kate ha taciuto. Non una foto, neanche dal finestrino dell’auto, non un messaggio chiaro sulle sue condizioni. Nulla.
Ma quanto potrà ancora reggere l’assenza piena di buchi e ambiguità di Kate? Quando ancora la stampa britannica potrà sostenere la posizione imbarazzante di “rispettarne” la privacy senza nemmeno provare a chiedere di lei?
Questa è la domanda che tutti si aspettano per avere un risposta più esaustiva. Prima o poi qualcuno dovrà farlo, sennò continueranno ad avere forza le voci incontrollate che filtrano dagli spifferi di Palazzo e non dicono nulla di buono.
La regina Elisabetta II che ha retto il peso della corona per 70 anni pensava di aver visto il peggio nell’annus horribilis 1992, ma in realtà non aveva ancora visto niente.
La monarchia britannica non ha mai navigato in acque peggiori di queste e sempre sotto l’ombra della maledizione delle principesse del Galles.