L’Ucraina è l’ultimo avamposto che separa Nato e Russia dallo scontro frontale. Se cade Kiev, sarà guerra mondiale. L’allarme è stato lanciato dal segretario della Difesa americana, Lloyd Austin, nel corso di un’audizione al Congresso nella quale il capo del Pentagono ha sottolineato: “Sappiamo che se Putin ha successo qui non si fermerà, continuerà ad adottare altre azioni aggressive nella regione”. Parole “irresponsabili“, ha replicato Mosca attraverso il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Le parole del Pentagono arrivano in un momento in cui anche dalle istituzioni dell’Unione europea, con Ursula von der Leyen prima e col Parlamento Ue poi, sono stati lanciati messaggi di allarme sui piani della Russia che possono essere contrastati, dicono, solo aumentando lo sforzo sulle forniture belliche da inviare a Kiev. “Se l’Ucraina cade, Putin non si fermerà – ha ripetuto il capo del Pentagono – Continuerà ad avanzare e attaccare territori sovrani suoi vicini. Se io fossi un Paese baltico, sarei veramente preoccupato di quello che potrà succedere, conoscono Putin, sanno quello di cui è capace”. Parole, anche queste, che hanno lo scopo di sbloccare l’invio di armi a Kiev anche da parte degli Stati Uniti, dove i Repubblicani stanno facendo ostruzionismo alla Camera. “Non aiutare l’Ucraina è un cammino molto pericoloso“, ha detto riferendosi al pacchetto da 60 miliardi di dollari e ricordando come “tutti i giorni” vediamo “i rischi sul campo di battaglia dove gli ucraini combattono con coraggio per difendere il loro territorio” e dove i russi stanno conquistando terreno che sta provocando l’esaurimento delle munizioni. “Se proseguiamo su questo cammino, sarà un regalo a Putin”, ha aggiunto. Oltre al fatto che un fallimento ucraino legato al blocco dei rifornimenti metterebbe in crisi il ruolo di Washington “come socio e alleato di cui fidarsi”: “Gli alleati sono preoccupati del messaggio che stiamo mandando e del mancato sostegno all’Ucraina che certamente sta avendo un impatto sul morale delle truppe ucraine”, ha concluso.
Dura e immediata la reazione dei vertici dell’esecutivo russo. Peskov ha definito le parole di Austin “irresponsabili”: “Questa è un’altra dichiarazione estremamente irresponsabile che abbiamo sentito negli ultimi giorni – ha commentato – Stiamo ascoltando dichiarazioni estremamente irresponsabili che provengono da diverse capitali europee e ora anche da oltreoceano. Queste dichiarazioni portano a un’ulteriore escalation della tensione“. Più dura la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che indica proprio nell’amministrazione americana il vero aggressore: le parole di Austin “sono una minaccia diretta alla Russia o vogliono essere una scusa per Zelensky? – si chiede su Telegram – In entrambi i casi è una follia, però ora tutto il mondo vede chi è l’aggressore: Washington”.