Adesso il caso che coinvolge Chris Horner non riguarda sole le accuse di “comportamenti inappropriati” a sfondo sessuale, ma diventa un mistero che s’intreccia agli intrighi di potere interni alla Formula 1. Il primo weekend della stagione in Bahrain sembrava essere cominciato con una decisione definitiva: Red Bull ha scagionato il suo team principal dalle accuse, al termine di un’indagine interna rimasta però segreta, confermandolo alla guida della scuderia. Una decisione a sorpresa, quando in molti davano ormai per certo il licenziamento. Nemmeno 24 ore dopo, ecco il nuovo colpo di scena: mentre era in corso la seconda sessione di prove libere, un file di Google Drive presumibilmente contenente le prove presentate contro Horner è stato inviato via mail a quasi 200 persone nel paddock della F1.
La mail contiene gli screenshot di alcune presunte chat attribuite a Horner e alla dipendente che lo ha accusato. “Cosa vuoi che indossi domani sull’aereo?”, scrive lei. Lui replica mostrandosi interessato a cosa la collega indossi sotto i vestiti. È uno dei passaggi più eclatanti, riportato da diversi quotidiani compresa la Gazzetta dello Sport. Poi si parla di altre conversazioni piccanti, di alcune foto inviate da Horner e a un certo punto ci sarebbe un messaggio della dipendente che chiede un cambio di comportamento. Al fronte del quale, sempre secondo queste chat, il team principal, sposato con l’ex Spice Girls Geri Halliwell, si sarebbe scusato.
Tra i destinatari della mail ci sono anche Liberty Media, il presidente della F1 Stefano Domenicali e quello della Fia Mohammed Ben Sulayem. Così come gli altri nove team principal. E alcuni non hanno atteso oltre per commentare la vicenda. Il capo della McLaren Zak Brown e il team manager della Mercedes Toto Wolff hanno invitato le autorità della Formula 1 a chiedere maggiore trasparenza alla Red Bull in merito alla recente indagine su Horner. “Credo debbano assicurarsi che le cose siano state completamente trasparenti. Non so quali siano queste conversazioni. Devono essere approfondite, completamente trasparenti e che arrivino alla stessa conclusione che è stata data da Red Bull”, ha dichiarato Brown. Anche Toto Wolff è sulla stessa lunghezza d’onda: “Essendo uno sport globale, su argomenti così critici, credo ci sia bisogno di maggiore trasparenza, e mi chiedo quale sia la posizione di questo sport. Siamo concorrenti, siamo una squadra e possiamo avere le nostre opinioni personali oppure no”.
“Non commenterò speculazioni anonime, ma ripeto, ho sempre negato le accuse”, ha detto Horner in una dichiarazione letta ai giornalisti da un portavoce della squadra a nome di Horner. È da notare che si trattava di una dichiarazione solo di Horner e non a nome di Red Bell. “Ho rispettato l’integrità dell’indagine indipendente e ho collaborato pienamente in ogni fase del percorso”, ha proseguito Horner. “È stata un’indagine approfondita e corretta condotta da un avvocato specializzato indipendente e si è conclusa, respingendo la denuncia presentata. Rimango completamente concentrato sull’inizio della stagione”, ha tenuto a spiegare Horner. La sua vicenda però è diventa ufficialmente un giallo, in attesa del prossimo colpo di scena.