Prove su strada

Mini Countryman, la prova de Il Fatto.it – La terza generazione cresce ed evolve – FOTO

Con l’ultima generazione di Mini Countryman, la terza dell’era BMW, cambia tutto: dalle dimensioni (è la più grande di sempre) ai materiali (uso di rigenerati e di tessuti con lavorazioni rispettose dell’ambiente). E soprattutto il paese di origine: quella che era la piccola di Oxford oggi si costruisce in Germania.

Quello che non cambia, anzi, viene amplificato, è lo spirito sbarazzino di questa urban-country. Più alta, più lunga, con oltre sei centimetri aggiuntivi in altezza – a seconda della motorizzazione – e tredici in lunghezza. Il design è quello di sempre: distintivo e dal sottile sapore minimalista. Le superfici sono pulite, i passaruota maggiorati e i gruppi ottici anteriori e posteriori possono essere personalizzabili con firme luminose a secondo dei gusti del conducente. Sotto il cofano ci sono moderni propulsori benzina, diesel o elettrici, abbinati a due o quattro ruote motrici.

Gli interni si ispirano al concetto di “Charismatic Simplicity”, con materiali pregiati per i rivestimenti e tanta elettronica a disposizione dei passeggeri. Sedili e volante rivestiti in pelle vegana, a sottolineare l’impegno per il brand per l’ambiente, non intaccano la qualità e l’alto livello di confort.

Alla guida il conducente può contare su un head up display, che aiuta a mantenere la concentrazione sulla strada. Eliminati quasi tutti i tasti, bottoni e pulsanti “fisici”. Adesso tutto è concentrato nel display circolare che “galleggia” al centro della plancia: un elemento futuristico che si sispira al passato animato da tecnologia OLED. Dallo schermo l’accesso intuitivo a funzioni come la navigazione, l’assistenza al parcheggio intelligente e le informazioni sul traffico in tempo reale. Passando da una maschera all’altra, si può entrare anche negli Experience Modes, un ulteriore passo in avanti nell’esperienza di guida personalizzata. Sarà sufficiente “swappare” per passare dalla modalità “Go-Kart” a “Green”, nello stesso modo, a colpo di dito, il cambio passa da sport a normal.

La JCW, l’essenza del DNA sportivo del brand è stata la protagonista della nostra prova. Accesa la vettura, cullati dal potente suono di motore e scarico, impostiamo la marcia. In modalità “Kart” e con il cambio su “sport” , veniamo subito lanciati da 0 a 100 km/h in soli 5,4 secondi. Sotto il cofano un motore 2 litri turbo 4 cilindri capace di erogare 300 Cv a 400 Nm di coppia. La casa ha fissato per 250 km/h la velocità massima. Il sistema di trazione integrale distribuisce la potenza in modo preciso in ogni situazione di guida. L’impianto frenante ad alte prestazioni assicura una decelerazione e un arresto davvero sorprendenti. I consumi di 7,8/8,3 litri per 100 chilometri dichiarati dalla casa sembrano compatibili con l’utilizzo.

Le sospensioni sono rigide ma non fastidiose. Le curve si effettuano in tutta sicurezza. In ogni situazione di guida, contribuisce in modo importante il sound del caratteristico sistema di scarico a lamelle. In scalata, lo scarico scoppietta allegramente con sound deciso, mai invasivo. L’avanzato turbocompressore di scarico a doppio comando che sovralimenta il motore consente di sfruttare in maniera immediata tutti i cavalli a disposizione.

Quanto agli ADAS, 12 sensori a ultrasuoni e quattro telecamere Surround View supportano gli innovativi sistemi di assistenza alla guida. Uno di questi, ad esempio, è in grado di rilevare gli spazi vuoti nel traffico necessari per cambiare corsia in direzione di un’uscita e porta il veicolo alla velocità ottimale per il cambio di corsia assistito.

Vasta infine è l’offerta degli allestimenti, con quattro varianti distintive: Essential, Classic, Favoured e John Cooper Works. I prezzi per Mini Countryman partono dai 34,900 euro per la Essential.