Lo ha definito come il “pericolo più brutto dei nostri tempi“. Papa Francesco torna a scagliarsi contro il gender. Dopo averla definita come “pericolosissima” già in molte occasioni, l’ultima nel discorso di inizio anno rivolto al Corpo diplomatico, oggi il pontefice ha parlato a braccio del gender: “È un’ideologia che annulla le differenze“. Poi, prima di far leggere il testo del suo intervento a un suo collaboratore, ha annunciato: “Ho chiesto di fare studi a proposito di questa brutta ideologia, che cancella le differenze e rende tutto uguale; cancellare la differenza è cancellare l’umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda tensione “.

Bergoglio è intervenuto al convegno “Uomo-donna immagine di Dio. Per un’antropologia delle Vocazioni”, promosso dal Centre de Recerche et d’Anthropologie des Vocations guidato dal cardinale Marc Ouellet, prefetto emerito del Dicastero per i Vescovi. Francesco è apparso in buona forma anche se è stato lui stesso a dire di essere ancora “raffreddato” e la sua voce, nei tanti incontri e appuntamenti successivi della mattinata, si è fatta sempre più flebile. Ai partecipanti alle diverse udienze è anche stato chiesto di non baciare la mano del Papa proprio in ragione dello stato influenzale che nei giorni scorsi lo ha costretto a ridurre e anche cancellare impegni. “Chiedo di leggere, così non mi affatico tanto: ho ancora il raffreddore e mi affatica leggere per un pò – ha detto il pontefice – Ma vorrei sottolineare una cosa: è molto importante che ci sia questo incontro, questo incontro fra uomini e donne, perché oggi il pericolo più brutto è l’ideologia del gender, che annulla le differenze”.

Al convegno, Francesco ha suggerito la lettura del romanzo distopico “Il Padrone del mondo“, “parla del futuribile ed è profetico, perché fa vedere questa tendenza di cancellare tutte le differenze. È interessante leggerlo, perché lì ci sono questi problemi di oggi”. Quindi, affrontando più nello specifico il tema della vocazione in rapporto al gender, ha sottolineato: “L’ uomo e la donna non sono parti di un ingranaggio meccanico”. Quindi il Papa ha detto di non soffocare la “sana tensione interiore” che ognuno porta dentro, ovvero la chiamata “alla felicità, alla pienezza della vita, a qualcosa di grande a cui Dio ci ha destinato”, “la vita di ognuno di noi, non è un incidente di percorso”.

Nel testo, letto da monsignor Filippo Ciampanelli, il Papa ha aggiunto: “Ciascuno di noi ha dunque una missione, è chiamato a offrire il proprio contributo per migliorare il mondo e forgiare la società”. Studi e ricerche, ha aggiunto, “sono utili altresì per interrogarsi sulle sfide odierne, sulla crisi antropologica in atto e sulla necessaria promozione delle vocazioni umane e cristiane”. Bergoglio auspica “una sempre più efficace circolarità tra le diverse vocazioni, perché le opere che sgorgano dallo stato di vita laicale al servizio della società e della Chiesa, insieme al dono del ministero ordinato e della vita consacrata, possano contribuire a generare la speranza in un mondo sul quale incombono pesanti esperienze di morte”.

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