La revisione del processo sulla strage di Erba non s’ha fare. Per la procura generale di Brescia e per l’Avvocatura dello Stato le istanze di revisione del giudizio, che ha dichiarato colpevoli Olindo Romano e Rosa Bazzi per la mattanza dell’11 dicembre del 2006 sono “manifestamente inammissibili”. Non sono da sentire i testimoni, né sono da prendere in considerazioni le consulenze che la difesa ha raccolto nel ricorso per tentare di riscrivere il finale del processo per gli omicidi di Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, la madre Paola Galli, la vicina Valeria Cherubini, e il ferimento di Mario Frigerio, il testimone che prima agli inquirenti e poi in aula indicò in Olindo il “disgraziato” che lo aveva assalito.
L’ACCUSA – La prima udienza, con la folla delle grandi occasioni in fila in un giorno di pioggia intensa a Brescia, ha visto i due imputati seduti nella gabbia dell’aula in ascolto e impassibili sentire prima dell’Avvocato dello Stato, Domenico Chiaro, poi il procuratore generale, Guido Rispoli, che i colpevoli sono loro, che ci sono “suggestioni mediatiche” che avvolgono il processo e contro di loro c’è “una cascata di prove impossibili da ribaltare”. Non ci sono solo le tre prove – Dna, confessioni e testimonianza del superstite – che la difesa tenta di scardinare, ma una lunga serie di altri elementi.
Per l’accusa ci sono contro i coniugi ci sono “la ferita di Rosa, le ecchimosi di Olindo, il poderoso movente (il processo che si sarebbe dovuto tenere due giorni dopo la strage, il 13 dicembre 2006), il contatore staccato, il comportamento anomalo degli imputati, lee consulenze sulle lesioni inferte da una mano sinistra(Rosa è mancina e simulo durante la confessione l’omicidio del bimbo, ndr) meno forte e mano destra più forte”. C’è la Bibbia, le lettere religioso, le dichiarazioni al compagno di cella, i colloqui psichiatrici”. Per l’accusa è falso sostenere che smontando le tre prove di potrebbe dimostrare l’innocenza degli imputati che rei confessi, con particolari che secondo i giudici che li hanno già condannati solo gli assassini potevano conoscere, hanno blandamente ritrattato successivamente. Per Chiaro la difesa ha avuto “un comportamento irrituale“. Ma non solo: secondo il magistrato non è vero che ci sono nuove intercettazioni e non ci sono nuove tecnologie che per permetterebbero di dare dignità alle consulenze presentate dalla difesa. Il procuratore si è scagliato anche contro il “presunto ritardo mentale di Rosa”.
LE PARTI CIVILI – A prendere la parola le parti civili: per la famiglia Frigerio, per la famiglia Castagna e per Azouz Marzouk che entrando in Tribunale ha detto di sentirsi emozionato per l’udienza parlando di “rivincita” e di attesa di giustizia. Parole che hanno indignato Beppe Castagna: “Le parole di Azouz Sto facendo questa lotta per tutti è offensiva in primo luogo per le vittime ma anche per noi, e nel noi comprendo anche i fratelli Frigerio, che in tutti questi anni abbiamo difeso la verità”. Il legale che tutela gli interessi della famiglia Frigerio respinge al mittente la tesi della difesa dei condannati che il monossido respirato dall’uomo (fu appiccato anche un incendio nell’appartamento di Raffella Castagna, ndr) possa aver compromesso la capacità di ricordare con nitidezza quanto avvenuto.
L’avvocato di parte civile per, Massimo Campa per i Castagna, individua, come hanno fatto i giudici dei tre gradi di giudizio, “nell’odio gretto il movente”, l’odio che portò a uccidere il figlio di Raffaella, una ragazza “stalkerizzata” dai due imputati, “Olindo e Rosa Bazzi sono colpevoli, almeno oggi si dica fine a questa vergogna – ha detto Campa -. Ventisei giudici hanno confermato che hanno ammazzato quattro persone, quasi cinque – ha detto Campa – Siamo stati diffamati, aggravando il dolore di chi ha visto uccidere le persone che amava: tanti ne abbiamo portati a giudizio, compresi i leoni da tastiera. Il nuovo non esiste, è commedia dell’arte, ma drammatica” ha concluso l’avvocato. Nella casa dell’eccidio “non c’è mai stato spaccio”, ipotesi formulata dai difensori come ragione della strage che potrebbe rientrare, a loro avviso, nell’ambito di un regolamento di conti tra la criminalità. Come l’avvocato dei Frigerio, anche il legale che tutela i Castagna ha chiesto il rigetto delle richieste della difesa.
Dissonante rispetto a queste richieste l’intervento dell’avvocato, Luca D’Auria, che invece ha chiesto l’ammissione delle testimonianze e in particolare di quel Abdi Kais, tunisino come Marzouk, che dovrebbe aprire la pista già scartata della faida tra spacciatori finita con un massacro di inermi e l’incendio degli appartamenti della palazzina del ghiaccio in via Diaz a Erba. Il legale ha anche chiesto alla corte di valutare le dichiarazioni ovvero le confessioni di Olindo Romano anche alla luce della psicopatologia riscontrata quando ormai era in carcere. Secondo il legale le confessioni “certamente non sono state estorte” ma vanno considerate nella complessità dei presunti problemi psicologici successi dell’imputato.
LA DIFESA – Quando toccava la parola alla difesa degli imputati, il collegio ha chiesto un rinvio per esaminare le memorie delle parti. Il presidente, Antonio Minervini, ha quindi rinviato al 16 aprile. Udienza che potrebbe non essere conclusiva perché dopo l’interventi dei difensori la corte potrà ancora esprimersi sulla ammissibilità, ammettere testimonianze e consulenze ed eventuale convocare chi si è detto pronto a offrire una versione dei fatti diversa da quella accertata da 26 giudici in tre gradi di giudizio. Ovvero che gli assassini sono loro oltre ogni ragionevole dubbio. “Riteniamo che sia possibile ribaltare” l’esito dei precedenti processi “tramite le nuove prove” però si dice convinto l’avvocato Fabio Schembri -. Oggi sono stati affrontati aspetti tecnici ma si è entrati anche nel merito e potrebbe essere di buon auspicio. Noi ci auguriamo che le prove vengano tutte ammesse”.