L’esecutivo dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti della Rai, esprime solidarietà ai cronisti del quotidiano Domani Nello Trocchia, Giovanni Tizian e Stefano Vergine, indagati a Perugia come corresponsabili degli accessi abusivi a sistema informatico contestati al pm Antonio Laudati e al finanziere Pasquale Striano. Il fascicolo è nato da un esposto del ministro della Difesa Guido Crosetto, depositato dopo che il giornale aveva svelato i suoi compensi percepiti in qualità di consulente dal colosso degli armamenti Leonardo. Insomma, Tizian, Trocchia e Vergine “sono indagati semplicemente per aver fatto il loro lavoro”, riassume la nota dell’Usigrai: “Quello che gli viene contestato non è di aver scritto falsità o di aver diffamato qualcuno, ma di aver realizzato inchieste giornalistiche con carte vere ottenute da fonti giudiziarie, e per questo rischiano fino a cinque anni di carcere”.
I tre giornalisti, infatti, non possono essere accusati di aver svolto dossieraggi illeciti: la notizia sui compensi di Crosetto, vera e di indubbio interesse pubblico, non è stata usata a fini di ricatto, ma pubblicata sul giornale. Per il sindacato, quindi, la loro iscrizione nel registro negli indagati è un “attacco alla libertà di stampa, un fatto sconcertante in un Paese occidentale, ancora più inquietante se si pensa che l’inchiesta è partita dopo l’esposto del ministro della Difesa”. L’Usigrai, prosegue il comunicato, “è al fianco della Fnsi”, il sindacato unitario dei giornalisti, “per tutte le iniziative che vorrà intraprendere a tutela dei colleghi e del diritto costituzionale dei cittadini a essere informati che appare sempre più compromesso nel nostro Paese”.