Era stato arrestato perché accusato dello stupro di una 19enne. Ma Stanislav Bahirov, 25enne nato in Ucraina ma cittadino romeno, operaio e calciatore dilettante in Serie D nella Vogherese, dopo oltre un mese in cella nel carcere milanese di San Vittore, è stato scarcerato. Gli esiti del test del Dna, come riportano alcuni quotidiani citando fonti investigative, hanno escluso la compatibilità tra il suo patrimonio genetico e le tracce biologiche rinvenute sulla vittima violentata lo scorso ottobre in un’area cani del quartiere Niguarda di Milano.
Per questo il difensore del calciatore, l’avvocato Daniela Damiano, ha presentato l’istanza di revoca di misura cautelare che è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari Alberto Carboni, lo stesso che alla fine di gennaio aveva firmato il provvedimento di arresto nell’ambito dell’indagine della Procura e della Squadra Mobile. Bahirov, quando era stato interrogato, aveva ammesso di aver incontrato e parlato con la ragazza la sera delle presunte violenze, ma aveva sempre negato di essere andato oltre.
L’allarme era scattato intorno alle 3 del 23 ottobre, quando un passante aveva notato la ragazza che si aggirava smarrita nei dintorni di piazzale Istria, con i vestiti bagnati e infangati. Interrogata dalla polizia, la giovane aveva subito denunciato la violenza subita, confermata poi dagli esami alla clinica Mangiagalli. Così erano partite le indagini. Secondo quanto ricostruito, grazie anche alle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, la 19enne aveva litigato con la famiglia nella serata di domenica, quindi si era allontanata da casa e aveva comprato una bottiglia di vodka. La telecamera di una banca l’ha ripresa intorno all’1 di notte, mentre attraversava la strada in piazzale Istria, seguita da un uomo. Quando lei si era seduta su una panchina del parco Osiris, poco distante, lui le si era avvicinato.