A giugno 2023 è nato il Comitato “Un altro Appennino è possibile – Versante toscano”, che si oppone alla costruzione di una inutile funivia sul crinale appenninico sulla Montagna pistoiese. La funivia si svilupperebbe per circa 2 Km, tutta sul versante toscano, partendo dalla Doganaccia a 1560m slm (Cutigliano) fino a Prato alla Nevosa, a 1780 m slm (San Marcello Piteglio). Il suo percorso è inconsueto, perché non sale in verticale, ma taglia trasversalmente il declivio del monte, con un dislivello fra la partenza e l’arrivo di appena 260 metri. In pratica ricalca un frequentatissimo sentiero CAI che in circa 40 minuti di camminata conduce dalla Doganaccia al crinale e prosegue (il sentiero, ma non la funivia!) verso il Lago Scaffaiolo. La funivia si ferma prima, nonostante venga chiamata Funivia Doganaccia-Corno alle Scale, il suo tragitto non supererebbe il crinale e obbligherebbe i suoi fruitori a percorrere ancora 800 metri per arrivare al lago Scaffaiolo, e da lì utilizzare altri impianti (anch’essi al momento inesistenti) per salire sul Corno alle Scale.
Tanto premesso, non si può che ribadire quanto sia inutile quest’opera, dal modico costo di quasi 16 milioni di euro, e quanto essa sia impattante sul paesaggio, presentandosi in bella vista sulla prateria appenninica coi suoi cavi, piloni, stazione di arrivo, 70 palloni segnaletici bianchi e rossi disposti a festone, strada di cantiere e viabilità di soccorso, ecc. ecc. Pertanto, sono evidenti le ragioni per le quali ben 41 associazioni hanno aderito al Comitato; ancor più se si considera che questo inverno così mite non consente neppure il ricorso all’innevamento artificiale (per non parlare dell’insostenibilità ambientale di questo tipo di interventi). Mentre sulle Alpi si cessa di costruire funivie al di sotto dei 2.000 metri, sul nostro Appennino si insiste a volerle realizzare al di sotto dei 1.800.
Fermare, però, la costruzione dell’opera non è così scontato come potrebbe sembrare. La Regione Toscana vuole pervicacemente la funivia: ha stanziato in un batter d’occhio 10 milioni di euro per sostenere l’opera, nonostante che tale progetto non fosse presente nei programmi elettorali dei Comuni interessati – Abetone-Cutigliano e San Marcello-Piteglio – e che nessuno la reclamasse fino a pochi anni fa. Mancano invece progetti e risorse per la viabilità, connessione di rete, servizi pubblici, sanità, servizi alle famiglie, lavoro.
Il sindaco e gli amministratori del Comune di San Marcello Piteglio, che il Comitato ha incontrato nello scorso mese di ottobre, hanno rimesso la scelta funivia Sì/funivia No alle competenze tecniche di Soprintendenza, Genio Civile, ecc. La loro posizione è incomprensibile, perché la scelta è prima di tutto politica: la funivia è prioritaria? Serve o non serve? E a che cosa? E a quale prezzo? E chi pagherà per tutti gli anni a venire la sua manutenzione, stimata in circa 400mila euro all’anno? A questo dovrebbero rispondere gli amministratori, visto che si sono candidati e sono stati votati: ora devono assumersi le responsabilità del proprio ruolo.
La Provincia di Pistoia è l’ente che vuole realizzare il progetto e appare decisa ad arrivare in fondo a questo intervento, come se da esso dipendesse l’intera economia della Montagna pistoiese. Niente di più sbagliato e di più anacronistico: le ricadute del turismo bianco, oggi, si limitano a tutelare i gestori degli impianti e dei locali collocati nelle immediate vicinanze ma non i paesi del fondovalle. Ne sia prova il fatto che negli ultimi anni, nonostante i cospicui investimenti di denaro pubblico a sostegno del turismo invernale, molti sono gli alberghi, i ristoranti e gli esercizi commerciali che hanno chiuso i battenti, proprio lungo la strada che sale da Pistoia verso Cutigliano e Abetone. Le ricadute non ci sono state, come mostra bene l’andamento demografico della Montagna pistoiese. La popolazione di San Marcello Piteglio è diminuita del 4,04%, mentre quella di Abetone Cutigliano addirittura dell’8,37%!
Il ritorno all’innevamento di 40 o 50 anni fa è mera chimera in epoca di riscaldamento globale. Agli operatori turistici della Montagna pistoiese bisognerebbe proporre un Piano B, che sia indipendente dalla neve. Ecco perché il Comitato ha organizzato incontri con le istituzioni, inviato in ottobre 2023 una diffida agli enti coinvolti e alla Corte dei Conti, sollecitato la Soprintendenza, cui compete la tutela del Paesaggio, e presentato una interpellanza all’Unione Europea, tramite Europa Verde, per la tutela dell’ambiente (ricordiamo infatti che la funivia va a ricadere per metà in un’area dichiarata Zona Speciale di Conservazione dall’Unione Europea).
Tra le associazioni che sostengono il Comitato vi sono Italia Nostra, CAI e TCI regionali, Legambiente, Trekking Italia, WWF, Lipu.