La droga a Roma è nell’aria. A dirlo è la centralina in via Belloni a Cinecittà, dietro l’oratorio della parrocchia Don Bosco e a pochi passi da viale Palmiro Togliatti. Oltre a inquinamento e polveri sottili, nell’aria della Capitale è stata infatti segnalata la presenza di cocaina e cannabinoidi, come rivelato da uno studio del Cnr. “La centralina di Cinecittà negli ultimi 10 anni ha dimostrato numeri superiori agli altri due punti di rilevazione (Corso Francia e Cipro) per la concentrazione di cocaina nell’aria”, ha spiegato a Il Messaggero la chimica, prima firma dello studio e ricercatrice del Cnr-Iia (Istituto sull’Inquinamento Atmosferico) Catia Balducci.

Nello specifico, lo studio rivela che a Roma la concentrazione di cocaina nell’aria, in un decennio, è aumentata del 60%. Pubblicato sull’ultimo numero della rivista scientifica Atmospheric Pollution Research, si tratta del primo lavoro che analizza le sostanze psicotrope concentrate in aria e non valutandone la concentrazione nelle acque di scarico. Nella sua prima parte è stato finanziato dal Dipartimento delle politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei Ministri.

Le rilevazioni sono state effettuate in tre punti della città: Cipro, Corso Francia e Cinecittà, e sono partite dall’analisi delle Pm 10, cioè la polveri sottili che compongono lo smog e che hanno un diametro massimo di 10 micrometri. “La concentrazione di nicotina non è cambiata, mentre invece abbiamo notato un aumento del cannabidiolo – dice Balducci – Supponiamo che questo sia dovuto dalla vendita legale della cosiddetta cannabis light. Ciò che ha colpito è l’aumento delle concentrazioni di cocaina in aria del 60% in dieci anni, con la centralina di Cinecittà che ha dimostrato numeri superiori agli altri due punti di rilevazione”.

Le reazioni dei cittadini non sono state di stupore, racconta ancora Il Messaggero. “Sappiamo dello spaccio e del consumo, purtroppo – dice Anna Maria Turnatori che gestisce su Facebook il gruppo ‘Giulio Agricola e Appio Claudio’ – Non mi meraviglio quindi dei dati”. Tiziana Siano, avvocata e presidente del comitato di quartiere Don Bosco è ancora più perentoria: “La droga è un grande problema nel nostro quartiere. Sono stata ricevuta in prefettura dove ho chiesto la creazione di un osservatorio sulla legalità interforze. Qui non siamo a Tor Bella Monaca, ma l’illegalità è silente, quindi forse ancora più insidiosa”.

Ovviamente i dati registrati – si noti che la concentrazione media a Roma è di 0,5 nanogrammi per metro cubo, un valore nell’ordine di un milionesimo della concentrazione delle Pm10, un numero comunque basso e che non equivale a un abuso di sostanze stupefacenti – non devono far credere che la sola respirazione dell’aria di Roma possa avere effetti stupefacenti sui cittadini. Tuttavia si tratta di un indicatore (soprattutto quello legato all’aumento in un decennio) che fa riflettere in merito alla crescita dei consumi degli stupefacenti in città.

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