“La reticenza di Luigi Ciavardini (nella foto) e Vincenzo Vinciguerra costituisce un vulnus sull’accertamento della verità per un fatto gravissimo come la strage di Bologna“. La pm Rossella Poggioli ha chiesto rispettivamente 4 anni e 3 mesi per l’ex Nar, già condannato in via definitiva all’ergastolo come uno dei responsabili dell’attentato alla stazione che costò la vita a 85 persone e ne ferì 200, e due anni per l’ex esponente di Ordine nuovo e di Avanguardia Nazionale. Sono entrambi accusati di falsa testimonianza aggravata, per essere stati reticenti nell’ambito del processo di primo grado che ha portato alla condanna all’ergastolo (confermata in appello) dell’ex Nar Gilberto Cavallini, per la strage del 2 agosto 1980.

Secondo l’accusa Ciavardini è responsabile di non aver rivelato i nomi dei medici che lo curarono a Roma e poi in Veneto dopo essere rimasto ferito in seguito all’agguato davanti al liceo Giulio Cesare di Roma, il 28 maggio del 1980, in cui rimase ucciso il poliziotto Francesco Evangelista, detto Serpico. Inoltre l’ex Nar è accusato di aver nascosto l’identità degli amici di Cavallini che lo ospitarono a Villorba di Treviso tra luglio e agosto 1980. Mentre Vinciguerra (che sta scontando l’ergastolo per la strage di Peteano) non riferì i nomi di chi gli parlò di un collegamento tra il gruppo di Fioravanti e Cavallini, il gruppo veneto ordinovista di Massimiliano Fachini e quello di Paolo Signorelli e Sergio Calore.

Per la Procura “i rapporti tra Ciavardini e Cavallini non si sono mai interrotti”. A dimostrarlo ci sarebbe anche il percorso di Cavallini per accedere in passato al regime di lavoro esterno con la cooperativa Essegi 2012, riconducibile proprio a Ciavardini e sua moglie, e sciolta “per atto d’autorità” nel maggio 2023. Il fatto poi che Ciavardini non abbia voluto fare i nomi dei medici che lo curarono e degli amici di Cavallini che lo ospitarono rappresenterebbe un tentativo di proteggere ancora oggi l’ex camerata dei Nar. Le parti civili e le difese parleranno invece nella prossima udienza, già calendarizzata per l’8 aprile.

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