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“A Milano sono stata molestata due volte in 24 ore. No, non ero sola. Perché una donna deve avere paura?”: la denuncia della cantautrice Etta

Le parole della cantautrice campana, classe 1995, la quale ha raccontato sui social quello che è accaduto nei giorni scorsi

di Paolo Aruffo

Maria Antonietta Di Marco – nome d’arte Etta – è una cantautrice emergente classe 1995, originaria di Sessa Aurunca (Caserta), ma che vive a Napoli. Qualcuno potrebbe conoscerla perché – come riportato dal Corriere – nel 2021 ha vinto Area Sanremo, passando alle selezioni di Sanremo Giovani. Non solo, ha partecipato a X Factor, si è esibita anche al concertone del Primo Maggio a Roma ed è nota anche per la canzone “Amadeus”, sul noto conduttore del Festival. Proprio di lei si sta parlando in queste ore ma non per un nuovo progetto musicale bensì, purtroppo, per due casi molestie. A raccontarlo è stata la stessa cantante via social.

“Sono stata molestata”, ha esordito in un post pubblicato sui social ieri 4 marzo. Poi ha spiegato: “Ciao, come alcuni di voi sanno in questi giorni sono stata a Milano per motivi lavorativi e sono stata molestata ben due volte nell’arco di 24 ore. Adesso sicuramente alcune menti mediocri si faranno la domanda su come ero vestita. Non voglio dilungarmi a rispondere, anche perché una donna può vestirsi come vuole, può uscire anche nuda e non deve sentire il peso di essere giudicata, non deve sentirsi in colpa per le molestie che riceve, e soprattutto deve sentirsi libera e al sicuro. Ma comunque io voglio rispondervi: ero vestita proprio così, come sono vestita adesso”.

Poi ha continuato anticipando presunte affermazioni stereotipate che qualcuno potrebbe fare: “No, non ero sola. A un uomo non direste mai una cosa del genere. Ma voglio rispondervi anche a questo: non ero sola. La prima volta ero con il mio producer e la seconda volta con ben due uomini, il mio producer e l’artista con il quale dovevo fare delle registrazioni in studio”. Quindi ha raccontato i dettagli dei brutti episodi che le sono capitati nel capoluogo lombardo. “La prima molestia che ho ricevuto è un semplice catcalling. Un uomo si è sentito ben in diritto di fischiarmi e di farmi dei complimenti sicuramente non graditi. Non ho avuto molto paura perché non ero sola, ma se lo fossi stata ne avrei avuta sicuramente tanta”. “Seconda molestia: eravamo sul tram io e il mio producer. Un uomo, la cui percezione della realtà era abbastanza deviata, forse ubriaco, è entrato, si è seduto e mi ha fissato per tutto il tempo. Faceva dei rumori affinché io mi girassi verso di lui. Purtroppo non sono riuscita a comunicare con la persona che era seduta con me perché ho temuto per la sua incolumità, in quanto non potevo sapere se l’uomo era armato e che intenzioni avesse. Non sapevo quindi come avrebbe reagito magari a un uomo che mi avesse protetta. Quindi sono stata in silenzio con la testa china sul cellulare per non incrociare il suo sguardo. Fortunatamente poi l’uomo è sceso e mentre mi assicuravo che fosse sceso i nostri sguardi si sono incrociati. A quel punto l’uomo ha iniziato a tirare botte vicino al pullman”. Infine Etta ha concluso: “Manco a farlo apposta, ero andata a Milano proprio per realizzare contenuti, ossia il mio nuovo brano che parla di emancipazione, libertà e sessualità. Ricevere queste molestie mi ha fatto dunque essere ancora più sicura del percorso che sto facendo. Perché una donna deve sentirsi in questo modo, perché deve avere paura? L’8 marzo non regalateci delle mimose, ma scendete a protestare insieme a noi. Proteggeteci e soprattutto aiutateci“. Non è noto se abbia deciso di denunciare i fatti anche le forze dell’ordine.

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