“L’incontro tra Meloni e Biden? Intanto abbiamo scoperto che esistono varie Giorgia Meloni a seconda del contesto in cui si trova. A me francamente quello che ha colpito più di quell’incontro è stato vedere questa scena di due signori che guardavano i foglietti perché non manco sapevano cosa raccontarsi. Questo significa che Biden e Meloni non stanno mica costruendo chissà quale architettura politica insieme “. È il tagliente commento che a Otto e mezzo (La7) il direttore di Limes Lucio Caracciolo fa dell’incontro tra Joe Biden e Giorgia Meloni alla Casa Bianca, aggiungendo: “La routine di Meloni nel rapporto con l’America è sempre stato quello degli altri governi italiani: dove stanno loro, stiamo noi. Il problema è che rispetto a quello che è sempre stato uno sport nazionale, cioè stare con gli americani a prescindere, è che adesso – spiega – gli americani non stanno più con se stessi. Cioè, se io voglio essere schierato totalmente con gli americani, dove vado? Uno dice una cosa, un altro ne dice un’altra, Kamala Harris dice ‘cessate il fuoco’, Joe Biden non si capisce che cosa vuole. Insomma, il problema è che l’America non sa dove andare e questo è un grosso problema per noi, perché c’è una perdita di credibilità del nostro protettore strategico. Quindi, è un pericolo“.
Caracciolo introduce poi il nuovo numero di Limes, dal titolo ‘Stiamo perdendo la guerra’: “L’Italia sta perdendo la guerra sia in Ucraina, sia a Gaza. Questo volume di Limes cerca di guardare ‘la grande guerra’, quella in cui si confrontano le grandi potenze in Ucraina, in Israele e in Iran come parte di noi, perché non siamo estranei. Noi abbiamo sostenuto, armato, difeso diplomaticamente, finanziato l’Ucraina. E l’Ucraina sta andando in malora e sta veramente rischiando il collasso, ma sembra che la cosa, tutto sommato, non interessi molto”.
E conclude: “L’altro giorno una nave italiana è stata attaccata nel Mar Rosso. Stiamo dentro il perimetro del fuoco. Se per caso ci dovessero chiudere il Mar Rosso, l’Italia sarebbe messa davvero molto male, perché praticamente si chiuderebbe la valvola commerciale dell’Italia col resto del mondo. La mia impressione è che noi guardiamo queste guerre come se fossero qualcosa altrui. No, sono cose nostre”.