Gli allontanamenti sono stati visti dagli appaltatori come una rappresaglia per il loro tentativo di sindacalizzazione, mentre Google e il subappaltatore nel settore IT, Cognizant, sostengono fosse la naturale conclusione di un contratto commerciale
“Sono rimasto a bocca aperta, sotto choc. Non sapevo quale azione intraprendere,” ha confessato Jack Benedict, un analista di dati per YouTube che è stato licenziato assieme al suo team di 43 dipendenti mentre era di fronte al Consiglio comunale di Austin. “Tuttavia, il sentimento predominante è stato di rabbia“, ha ammesso in un’intervista concessa al The Washington Post. “I nostri lavori terminano oggi, con effetto immediato, siamo stati licenziati tutti”, aveva detto al microfono. Durante l’interpellanza, Benedict stava sollecitando l’organo a esortare Google a intraprendere negoziazioni con il suo sindacato. Inaspettatamente, una collega lo ha interrotto annunciando che il loro intero gruppo di lavoro era stato licenziato.
La sessione del consiglio, trasmessa in diretta streaming, si è rapidamente diffusa sui social media. Gli allontanamenti sono stati visti dagli appaltatori come una rappresaglia per il loro tentativo di sindacalizzazione, mentre Google e il subappaltatore nel settore IT, Cognizant, sostengono fosse la naturale conclusione di un contratto commerciale. “Quella clip del video durante il consiglio comunale sta circolando ovunque e stiamo riscontrando molta popolarità. Non ci limiteremo a guardare cosa succede“, ha tuonato l’oramai ex dipendente, diventato presto virale sul web. Google ha già attuato riduzioni di personale negli ultimi due anni, con l’azienda che si confronta con numerosi appaltatori che ambiscono ai benefici e agli elevati stipendi garantiti a chi assunto a tempo pieno. La società impiega decine di migliaia di appaltatori in vari settori, dalla ristorazione alla vendita al coding.
I lavoratori di YouTube, dipendenti di Google e Cognizant, hanno scelto di sindacalizzarsi all’unanimità sotto l’Alphabet Workers Union-CWA nell’aprile 2023. Da allora, affermano che Google ha rifiutato di avviare negoziazioni. Il recente licenziamento evidenzia le persistenti tensioni tra Google e i suoi lavoratori, alcuni dei quali avevano già formato un sindacato nel 2021. Google afferma che è Cognizant a doversi occupare delle condizioni di lavoro e dell’impiego degli appaltatori, declinando quindi ogni responsabilità nella negoziazione. A gennaio, l’NLRB ha inviato una lettera di cessazione e desistenza ad entrambe le aziende per non aver negoziato con il sindacato. La questione del co-datore di lavoro, che definirebbe la responsabilità nelle negoziazioni, è attualmente in fase di appello e in attesa di giudizio. L’Alphabet Workers Union sostiene che Google non abbia mai negoziato con nessuna delle sue due unità sindacali.
“Stiamo lottando da anni ormai per convincere Google, una delle aziende più potenti e dotate di risorse al mondo, a negoziare con noi in modo che possiamo guadagnarci da vivere in cambio del lavoro che facciamo per migliorare i loro prodotti. È disgustoso che Google abbia intrapreso questa strada di fronte alle modeste richieste dei suoi dipendenti di essere trattati equamente sul posto di lavoro”, ha commentato Benedict. “Non ci opponiamo alla decisione di questi dipendenti Cognizant di sindacalizzarsi. Riteniamo semplicemente che sia più appropriato che Cognizant, in qualità di datore di lavoro, si impegni nella contrattazione collettiva”, ha dichiarato Courtenay Mencini, portavoce di Google. Cognizant non ha risposto direttamente all’accusa dei lavoratori di aver rifiutato la negoziazione, ma ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Pur rispettando il diritto dei nostri associati alla sindacalizzazione, crediamo che il miglior modo di operare sia attraverso un dialogo diretto e aperto e la collaborazione,” ha affermato Bill Abelson, portavoce dell’azienda.