Contro l’aborto, contro il ddl Zan e, sotto la pandemia, perfino contro le misure Covid prese da Giuseppe Conte. È questo il profilo di Vita Ippolito, avvocata penalista, ora candidata sindaca, sostenuta dagli esponenti del Partito democratico di Mazara del Vallo (in provinca di Trapani), lì dove la bussola della politica è completamente impazzita. Un affaccio al mare di fronte alla Tunisia e una comunità tra le più multiculturali d’Italia: è infatti qui, nel sud più profondo, che il sindaco uscente di Azione va con Fdi, mentre il M5s si spacca e va con la destra, e il Pd va anche con la Dc di Cuffaro, l’Mpa, l’Udc e Fi. In definitiva, alle prossime amministrative, che qui si terranno in concomitanza con le Europee l’8 e 9 giugno, tutti andranno un po’ con tutti e un po’ contro tutti. Ed è in questo contesto frammentato e iper locale che il partito democratico si trova ad affrontare un’improvvisa grana, ovvero quella dell’appoggio a una candidata con posizioni da destra estrema. “Siamo consapevoli di quel che stiamo facendo”, avverte subito Giuseppe Palermo, segretario cittadino del Pd. E spiega: “Sono temi molto importanti ma distanti da una politica territoriale, in definitiva noi dobbiamo occuparci della buca nella strada e dobbiamo essere pragmatici”.

Realpolitik portata alle estreme conseguenze, questo ci sarebbe dietro una scelta che secondo Palermo, “era inevitabile”, ma soprattutto, era “contro Fdi. Veda noi abbiamo sostenuto con liste civiche il sindaco uscente che a un certo punto, quando il partito della premier ha vinto le elezioni, ha preferito cambiare orientamento e metterci alla porta, ecco, rispetto a questo, cosa potevamo fare? Soprattutto in considerazione del fatto che le altre forze di coalizione ci avevano praticamente abbandonato”. Contro Fdi, dunque, a favore però di una candidata che ha espresso sui social con molta chiarezza, posizioni molto vicine proprio a quelle della stessa Giorgia Meloni, se non addirittura a quelle del leghista Simone Pillon.

Ma se gli esponenti dem – senza il simbolo – appoggeranno la fervente pro-vita, anche il M5s va a destra: poteva contare su tre consiglieri, due di questi appoggeranno il candidato Niccolò Cristaldi, ex presidente dell’Ars, notoriamente di destra, e uno appoggerà il sindaco uscente, Salvatore Quinci. Quest’ultimo esponente di Azione, ma adesso candidato sostenuto da liste civiche e dai meloniani. Così, in questo contesto di “scambismo” politico, il Pd di Mazara, rimasto orfano di alleati, ha deciso di sposare il progetto di Ippolito, affiancando altri partiti di destra: “Per me non c’è Totò Cuffaro che neanche conosco, la Dc qui è rappresentata da Vito Ciancitano, presidente del consiglio comunale uscente e persona per bene. Ci conosciamo tutti qui, la sera mangiamo una pizza assieme…”.

Nel bel lungomare mazarese, a un passo dal Nord Africa, sembrano dunque lontane le questioni nazionali, tanto da avere completamente perso l’orientamento. Eppure cinque anni fa, pareva chiarissimo: “Qui era venuto Matteo Salvini, ma noi siamo riusciti a sconfiggere la Lega”, racconta ancora Palermo. Una vittoria durata poco: “Siamo stati messi alla porta e se adesso non ci presentassimo con liste civiche a sostegno di questa sindaca sarebbe come rinunciare ad avere una rappresentanza”, continua il segretario cittadino del Pd. “Ci sarebbe stato l’effetto trascinamento delle Europee, e il simbolo del Pd avrebbe di certo ottenuto un consenso, ma soprattutto andava costruito un percorso”, mormora però qualcuno tra le retrovie dem, dove va gonfiandosi il malumore per la scelta dei dem mazaresi.

Mentre è forte il rammarico nel M5s: “Non siamo riusciti a costruire un percorso e i consiglieri uscenti adesso correranno a titolo personale”, spiega Patrick Cirrincione, coordinatore provinciale del Movimento. A titolo personale e in una situazione di puro disorientamento, dove però, i candidati, sono tutti di centro, centro-destra. E la sinistra? “La candidata che sosteniamo ha aperto ai progressisti e noi crediamo che d’ora in avanti vorrà prima sentire anche noi su certi temi”, ne è sicuro Palermo. Ma, dopo la vittoria in Sardegna, nel resto del Pd siciliano cresce il dissenso per la scelta di Mazara, soprattutto nel Pd di Trapani, scosso da poco dall’arresto di Dario Safina, il deputato regionale trapanese arrestato il 24 gennaio per turbativa d’asta e corruzione, misura annullata dopo pochi giorni dal tribunale del Riesame, e considerato vicino agli esponenti dem di Mazara, che infatti, in un’intervista al sito Tp24, dice “in politica l’isolamento non paga mai, sono convinto che il gruppo dirigente mazarese abbia costruito un progetto nel quale le istanze care al Pd hanno trovato una casa affidabile, non conosco Vita Ippolito ma mi fido del giudizio che esprimono i dirigenti del gruppo dem di Mazara”.

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