Moda e Stile

Kim Kardashian alla sfilata di Balenciaga con il cartellino che spunta dal vestito: il dettaglio non passa inosservato ma c’è un motivo

Nelle immagini postate dall'influencer sui social, si vedeva in bella vista il cartellino bianco sbucare dal retro dell'abito. Una dimenticanza? Nient'affatto

di Ilaria Mauri

PARIGI – Sta per calare il sipario sulla Paris Fashion Week. Oggi è l’ultimo giorno di sfilate, si chiude in grande con il trittico Chanel – Miu Miu – Louis Vuitton, ma a tenere banco nelle conversazioni tra gli addetti ai lavori e sui social ci sono ancora alcuni défilé dei giorni scorsi. Come quello di Balenciaga, che ha presentato la sua collezione Autunno/Inverno 2024-25 domenica mattina nel complesso barocco di Les Invalides, sulla Rive Gauche. L’evento, che ha ospitato celebrità e influencer da tutto il mondo, ha visto il direttore artistico Denma Gvasalia esplorare concetti fondamentali come consumismo, iperproduzione, upcycled couture e accessibilità, portando in primo piano i temi più urgenti per il mondo della moda.

Il designer ha scelto quindi di iniziare la sua sfilata con una nota audio, una serie di domande senza risposta che gettano una luce riflessiva sul mondo della moda contemporanea. “Cos’è il lusso? Cos’è la moda e perché continua ad essere rilevante? Per chi lo sto facendo? La moda è sufficiente? Il lusso produce status, la moda li distrugge”, sono solo alcuni degli interrogativi posti da Gvasalia evidenziando la necessità di una riflessione critica sul senso e il significato del proprio lavoro nel contesto attuale. D’altra parte in una fase di cambiamento e transizione globale come quella che stiamo vivendo, la moda si trova a fare i conti con due questioni tutt’altro che di facile soluzione: da una parte il fatto che è il 2% dei clienti a generare il 40% delle vendite del lusso, dall’altra la consapevolezza di essere la seconda industria più inquinante al mondo dopo quella petrolchimica.

Così, Demna Gvasalia ha mandato come invito alla sfilata un oggetto acquistato su eBay appositamente per ciascuno dei suoi ospiti, dalle tazze a copie di Vogue, da bambole di porcellana a gioielli vintage. Un gesto che ha fissato l’atteggiamento provocatorio e riflessivo dello stilista sul consumismo sfrenato dei nostri tempi. Quindi ha allestito un mega videowall su cui scorrevano immagini in continuo movimento create dall’intelligenza artificiale che ricreavano le location più iconiche di tutto il mondo ma riflettevano anche la smania di postare sui social immagini che ci immortalano nel “place to be”, le location di tendenza in quel momento. A seconda dello sfondo, infatti, i suoi modelli sembravano sfilare ora a Tokyo, ora a New York, ora sotto la torre Eiffel.

La collezione stessa è stata una riflessione su eccessi e sperimentazioni. Gvasalia ha giocato con sovrapposizioni, stratificazioni e accostamenti, creando capi che esplorano l’idea di upcycled couture. Abiti formati da felpe cucite insieme per formare un nuovo capo o completamenti riconvertito, come zaini trasformati in top e gonne, e jeans diventati camicie, sono diventati esempi tangibili della visione di Gvasalia. A contare non era tanto la forma dei capi, tutti in pieno stile Demna, quanto piuttosto il fatto che fossero stati creati assemblando insieme di diversi indumenti o riconvertendo materiali e tessuti preesistenti.

L’ispirazione anni Duemila è stata evidente, con borchie, stampe graffiti, portachiavi e collanine colorate che richiamano il culto di eBay e l’era del consumismo sfrenato. Ma dietro a questa estetica nostalgica si cela un messaggio profondo e attuale sulla necessità di ripensare il concetto stesso di lusso e moda in un ottica di sostenibilità ambientale. Gvasalia invita a reinterpretare e reinventare capi esistenti, a partire da quelli dimenticati negli armadi, in un gesto di sfida alla frenesia consumistica e allo shopping compulsivo. Kim Kardashian, ospite d’onore della sfilata e amica di lunga data di Gvasalia, ha incarnato perfettamente questo messaggio con il suo look mozzafiato: indossando un abito ottenuto dalla costruzione di pezzi di lingerie, ha rappresentato l’idea di reinvenzione e reinterpretazione che permea tutta la collezione.

Un dettaglio in particolare ha catturato l’attenzione del pubblico: nelle immagini postate dall’influencer sui social, si vedeva in bella vista il cartellino bianco sbucare dal retro dell’abito. Una dimenticanza? Nient’affatto. La scelta di lasciare le etichette degli abiti in vista, come se fossero stati dimenticati nell’armadio e ora indossati per la prima volta, ha contraddistinto tutti i look visti in passerella, sottolineando come la frenesia consumistica che ci spinge allo shopping sfrenato ci porti ad accumulare capi che poi neanche mettiamo. Mostrando capi con le etichette attaccate, Demna ci ha messo davanti agli occhi il simbolo del nostro desiderio sempre crescente di acquistare impulsivamente più di quanto necessario. Questo gesto è diventato un richiamo all’urgenza di rivedere e reinterpretare il nostro approccio al lusso e alla moda, incoraggiando una riflessione su ciò che veramente ci serve e su come possiamo ridurre il nostro impatto ambientale attraverso scelte consapevoli.

Kim Kardashian alla sfilata di Balenciaga con il cartellino che spunta dal vestito: il dettaglio non passa inosservato ma c’è un motivo
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