Lui ha gonfiato il petto dopo le Regionali in Sardegna, sostenendo che alle Europee c’è “uno spazio straordinario al centro” grazie alla cementificazione dell’asse Pd-M5s. Quindi è partito il tour in vista del voto di giugno. Prima tappa: Londra, in compagnia dell’immortale riferimento Tony Blair. Vola alto, Matteo Renzi, tutto ottimismo e demonizzazione del centrosinistra. Ma la realtà sembra essere un’altra e la racconta Clemente Mastella, sindaco di Benevento e neo-alleato dell’ex presidente del Consiglio. Gli darà una mano nella tornata elettorale per rinnovare il Parlamento Europeo ma l’ex segretario dell’Udeur non nutre grandi aspettative. Anzi.

Le sue parole sono passate sottotraccia, ‘nascoste’ in un’intervista apparsa sulle pagine dell’edizione napoletana di Repubblica. Testuale: “Si teme di non arrivare al 4 per cento. Ma bisogna avere il coraggio di andare avanti. Domani (oggi, ndr) incontro Renzi. Dal punto di vista organizzativo non mi sembra il massimo, spero di dargli un po’ di conforto”, scandisce l’ex ministro della Giustizia. Quindi rivela: “Renzi vuole a tutti i costi mia moglie in lista, ma Sandra non vuole”. Infine il vaticinio: “Andrà a finire che Bonino va col Pd, Calenda da solo, Renzi pure. E ognuno rischierà di non superare la soglia di sbarramento”.

Ci ha pensato quindi Mastella a riportare l’ex presidente del Consiglio e leader di Italia Viva sulla terra. Appena tre giorni fa, all’indomani del successo del centrosinistra in Sardegna, Renzi aveva dato una lettura audace di un voto nel quale aveva imboscato alcuni dei suoi nelle liste di Renato Soru senza presentare il simbolo del partito: l’alleanza Pd-M5s, aveva assicurato, “apre uno spazio per chi non vuole l’Italia dei manganelli della destra e non vuole l’Italia dei sussidi del Movimento 5 stelle”. Traduzione: “Il Pd si grillizza, la destra si estremizza, questo per le Europee è uno spazio straordinario al centro”.

Mastella – corteggiato ormai da mesi alla luce del sole alla disperata ricerca di qualche decimale – non sembra pensarla allo stesso modo e tratteggia un Renzi “privato” assai meno ottimista. Uno stato d’animo, riguardo alle Europee, che il numero uno di Italia Viva ostenta da tempo. Il 4 dicembre di due anni fa, annunciando la federazione con Azione poi naufragata, aveva assicurato: “Nel 2024 noi primo partito e Meloni a casa”. Adesso ha ripiegato su un più generico “straordinario spazio al centro”, ma perfino l’unico alleato del momento non appare convintissimo delle sue esternazioni.

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