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Paul Haggis, archiviato il caso di violenza sessuale a carico del regista: “Fu un rapporto consensuale”

Haggis, 71 anni, duplice premio Oscar per la sceneggiatura e il film Crash (2006), nonché tra i più importanti sceneggiatori di Hollywood nei primi anni duemila, era finito ai domiciliari quando, ospite dell’Allora Fest di Ostuni nel giugno 2022, era stato accusato di violenza sessuale da una 30enne britannica

di Davide Turrini

Il caso di violenza sessuale a carico di Paul Haggis va archiviato. Secondo quanto riporta Il Quotidiano di Puglia il procuratore aggiunto Antonio Negro e la sostituta Livia Orlando della Procura di Brindisi in un anno e mezzo di indagini hanno ritenuto di non avere raccolto fatti e circostanze per sostenere le accuse da portare a processo. Haggis, 71 anni, duplice premio Oscar per la sceneggiatura e il film Crash (2006), nonché tra i più importanti sceneggiatori di Hollywood nei primi anni duemila, era finito ai domiciliari quando, ospite dell’Allora Fest di Ostuni nel giugno 2022, era stato accusato di violenza sessuale da una 30enne britannica.

Violenza che, secondo l’accusante, si era perpetrata presso un bed and breakfast locale dopo diversi giorni passati insieme tra i due. Haggis era finito agli arresti domiciliari in Italia dal 19 giugno al 4 luglio 2022. Come scrive il quotidiano pugliese ora “la denunciante potrà eventualmente presentare opposizione alla richiesta di archiviazione e in questo caso sarà fissata una camera di consiglio per discutere le posizioni diverse”. Questa volta però sarà “la Procura di Brindisi a sostenere la posizione di Haggis con l’avvocato difensore Michele Laforgia, anche alla luce dei nuovi elementi che annullarono i domiciliari dopo 16 giorni trascorsi dal regista prima in una masseria di Ostuni e poi in una residenza di Mesagne”. Sempre sul Quotidiano di Puglia vengono citati, appunto, i dettagli dell’ordinanza del Tribunale del Riesame di Lecce che annullò i domiciliari per Haggis. “Analizzando lo scambio di messaggi fra il regista e la donna, i giudici giunsero a queste conclusioni: “Rivela con chiarezza un corteggiamento che la donna rivolge al regista al fine di incontrarlo e passare alcuni giorni in sua compagnia, probabilmente per instaurare una relazione personale, più che professionale, tanto che decide di condividere la medesima camera e, dunque, lo stesso letto”.

“Secondo i giudici la donna aveva l’obiettivo di allacciare una relazione con Haggis – scrissero i giudici del Riesame – sia per il suo prestigio che immaginando la disponibilità di un patrimonio finanziario non comune: ‘Personalità volitiva e determinata’, il giudizio cautelare sulla denunciante”. Sempre dal tribunale del Riesame vennero trascritti stralci di una conversazione avuti dalla 3oenne denunciante con un’amica. “Le due parlano di ricerca di partner economicamente “forti”, tanto da garantire loro un adeguato benessere che sarebbe ricompensato dalla disponibilità sessuale”. E ancora: “Mal si concilia con la descrizione della vittima quale donna debole e soggiogata dalla personalità dell’indagato (…) Il racconto della ragazza non solo ha confermato l’assenza di contegni violenti costrittivi da parte dell’indagato al fine di consumare gli atti sessuali, ma ha rivelato una complessa vicenda che sfuma l’originario giudizio espresso nella ordinanza. Le modalità d’incontro con l’indagato e la spontanea permanenza presso la sede dell’indagato anche successivamente agli abusi, i momenti di convivialità tra loro durante le giornate e le modalità di commiato adottate”.

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