Sette ultras del Catanzaro sono stati arrestati in flagranza differita per gli incidenti scoppiati domenica scorsa dopo il derby calcistico col Cosenza, nel campionato di Serie B. Gli arresti sono stati eseguiti dalla Squadra mobile e dalla Digos di Cosenza, in collaborazione con la questura di Catanzaro e con il coordinamento delle procure delle due città. Tra i reati contestati, lesioni aggravate, in relazione alle ferite riportate dagli agenti intervenuti, oltre a devastazione e saccheggio, violenza privata, danneggiamento e lancio di oggetti atti ad offendere.
Durante gli scontri erano rimasti contusi 13 poliziotti. Secondo la ricostruzione fatta dalla questura, dopo alcuni leggeri tafferugli senza conseguenze che si sono verificati nelle vicinanze dello stadio, i pullman dei tifosi giallorossi sono stati instradati verso l’autostrada ma nei pressi del centro commerciale di Rende, a poco distanza dallo svincolo, è iniziata la guerriglia.
Lungo la strada, un gruppo di supporter catanzaresi, da due pulmini, hanno lanciato sassi contro le auto della polizia. Quindi si sono fermati nel parcheggio del centro commerciale lanciando fumogeni verso la struttura e cercando di entrare. Ed è qui che ci sono stati gli scontri con gli agenti.
Diversa la versione fornita dagli ultras atanzaresi che parlano di un agguato dei tifosi avversari e sostengono che i pulmini si sono fermati dopo che un gruppo di tifosi del Cosenza li aveva colpiti con sassi e bastoni. Versione che, al momento, non viene confermata dagli investigatori.
Gli arresti sono stati eseguiti sulla base delle risultanze delle indagini che hanno portato all’identificazione da parte della Scientifica, basata sull’esame delle immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza. Agli arrestati vengono contestati anche i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Le indagini della polizia proseguono per ricostruire in ogni dettaglio la dinamica degli incidenti ed identificare tutti i tifosi coinvolti.