Crescono gli spazi museali della Reggia di Caserta, il gioiello architettonico campano commissionato nel 1751 da Carlo di Borbone a Luigi Vanvitelli (del quale si sono appena concluse le celebrazioni per il 250° anniversario della morte) e che oggi è museo statale di prima fascia, visitato nel 2023 da oltre un milione di persone. Appena qualche giorno fa è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a inaugurare gli spazi recuperati della Gran Galleria della Reggia dove fino a metà luglio è possibile ammirare l’esposizione dei progetti Attraversamenti di Luciano D’Inverno e Genius et Loci – La drammaturgia dello sguardo di Luciano Romano. Si tratta di 3mila metri quadrati di spazio relativi ad ambienti riconsegnati parzialmente dall’Aeronautica Militare che, quasi cento anni dopo, vengono restituiti alla dignità museale e che ampliano l’offerta culturale della Reggia di Caserta.
Questi spazi si trovano nell’ala nord-ovest del Palazzo Reale: “Nel 2014 – spiega a ilfattoquotidiano.it Tiziana Maffei, direttrice della Reggia di Caserta dal 2019 – vi fu un ‘piano commissariale’ che prevedeva la restituzione del complesso architettonico a una funzione esclusivamente culturale, formativa e museale. Già nel 2017 gli spazi del Piano Reale, cioè il primo piano dove una volta si trovavano gli Appartamenti della regina, furono restituiti alla Reggia. Da quel momento abbiamo progettato e portato avanti i lavori in una parte di questi spazi che prevedono un ambiente espositivo per mostre temporanee, la Gran Galleria, che una volta era il punto d’unione tra l’appartamento del Re e quello della Regina. Inoltre la Gran Galleria si lega anche all’asse particolare che contiene la Cappella Palatina, la grande scala elicoidale mai realizzata e il teatro, sopra il quale si trova proprio lo spazio espositivo”.
Si tratta di ambienti dalle dimensioni importanti, con altezze interne anche di 16 metri, dove sono stati recuperati i tanti segni della progettualità vanvitelliana, che nel tempo si erano perduti a causa dei vari interventi successivi. Non solo: questi 3mila metri quadrati in più offriranno valide opportunità per l’allestimento di tante nuove mostre, in considerazione anche del fatto che nel Meridione d’Italia non esistono superfici così importanti per qualità e quantità a disposizione della cultura. “Sono spazi che prevedono ambienti di servizio – aggiunge la direttrice Maffei – dove scaricare e caricare le opere, per acclimatarle, dove i restauratori possono compiere tutte quelle operazioni propedeutiche all’esposizione delle opere stesse. Questi metri quadrati in più, disposti su due piani, inoltre ci permetteranno anche di allentare la pressione antropica, diluendo così i flussi dei visitatori. Questi nuovi spazi espositivi rappresentano una tappa dei tanti lavori in cantiere nella stessa ala della Reggia, dove aprirà il nuovo centro congressi, con un piccolo cinema e la ristorazione“.
Intanto però la novità più evidente del 2024 è proprio il funzionamento dei nuovi spazi espositivi inaugurati con le mostre allestite che rappresentano la celebrazione del genio vanvitelliano, due progetti che, oltre a fornire un ulteriore contribuito alla conoscenza della figura del progettista della Reggia, intendono affinare lo sguardo, sempre più incline a comunicare attraverso le immagini, e a evidenziare come la fotografia contemporanea possa rappresentare con sempre maggiore efficacia gli episodi salienti della storia dell’arte, grazie alla propria capacità di veicolarne con immediatezza il significato e il senso. Non a caso sono oltre 100 le opere protagoniste della mostra Visioni che raccontano l’ingegno illuminato di Luigi Vanvitelli visto con gli occhi di Luciano D’Inverno e Luciano Romano: “Nelle immagini si vedono i luoghi dell’architetto – prosegue Maffei -, come l’acquedotto carolino, questa opera di ingegno incredibile, che prende l’acqua a 38 chilometri e mezzo di distanza per portare oltre 6mila litri d’acqua al minuto nel complesso delle fontane della Reggia di Caserta, oppure Genius et Loci. La drammaturgia dello sguardo, che rende omaggio al contributo fondamentale fornito dal maestro all’evoluzione della cultura architettonica moderna, mostrando attraverso la sua fotografia tutta la bellezza dell’opera vanvitelliana nei diversi luoghi d’Italia, perché basata sul concetto dell’inquadratura”.