Maurizio Gasparri ha deciso di dimettersi da Cyberealm, società specializzata in soluzioni di cybersecurity di proprietà dell’italo-israeliano Leone Ouazan. “Lascio la presidenza non operativa della società che non merita astiosi e immotivati attacchi”, si legge nella lettera che ha indirizzato al presidente del Senato Ignazio La Russa,. Il caso è scoppiato a novembre scorso quando Report ha rivelato che l’azzurro presiede dal 2021 una società di sicurezza informatica, senza averlo mai rivelato agli uffici di Palazzo Madama. Ovvero una violazione del regolamento che impone, dopo l’elezione parlamentare, la comunicazione di eventuali incarichi aggiuntivi. La pena per mancata informazione arriva alla decadenza dell’incarico.
Sulla notizia si è poi espressa la giunta per le Immunità del Senato, al termine di un’istruttoria condotta da una sottocommissione guidata dal senatore leghista Manfredi Potenti: l’organismo ha dichiarato che l’incarico del capogruppo di Fi in Cyberealm è compatibile con il ruolo di senatore perché la società non intrattiene rapporti con la pubblica amministrazione. Il Fatto quotidiano però, ha raccontato la rete societaria di Cyberealm: l’azienda detiene il 24 per cento delle quote della Atlantica Cyber Security Srl, soscietà nella quale partecipano anche altre aziende, tra cui la Atlantica Digital Spa con una quota del 26 per cento. E, come ha scritto il Fatto a dicembre, “la Atlantica Digital Spa in passato ha vinto (in modo lecito ovviamente) appalti pubblici”. Anche con la Rai, di cui è fornitrice.
Ad informare sulle avvenute dimissioni del parlamentare di Forza Italia la stessa trasmissione Report, che stamattina sui social ha scritto: “Le dimissioni dalla società confermano che Report aveva ragione. Alla fine anche Gasparri si è dovuto arrendere all’evidenza dei fatti”. Nel mirino del programma televisivo la stessa Giunta colpevole, si legge nella nota, di aver preso decisioni “per ragioni politiche, senza compiere alcuna istruttoria” e il presidente La Russa accusato di non aver “avviato alcun procedimento disciplinare”. Poco dopo è arrivato il commento del Movimento 5 stelle che nelle scorse settimane aveva chiesto le sue dimissioni: “La vicenda – affermano i pentastellati – ha offeso le istituzioni. Finalmente, con anni di ritardo, ha capito anche lui quanto fosse incompatibile quel ruolo con quello di senatore”.
A loro però ha subito replicato Gasparri, intervenendo da Bucarest dove è arrivato per partecipare al congresso del Partito popolare europeo (Ppe): “Non è una resa, la giunta del Senato ha confermato la compatibilità”, ha detto. “La mia è una libera scelta”. Poi spiega: “Non mi sono dimesso prima per consentire agli organi del Senato di esprimersi. Un giudizio che mi ha dato ragione”. Infine ha messo nel mirino i 5 stelle e la trasmissione da cui tutto è partito. “Report e gli esponenti grillini continuano a dire menzogne”, ha detto parlamentare. Promette “numerose denunce”, “i bugiardi saranno querelati” e si dice in attesa dell’esito “dei giudizi a carico dei programmi Rai, di alcuni giornali e di singoli vaniloquenti”.