Cultura

È morta Jacqueline Duhême, “imagière des poètes”: creatrice di immagini di Paul Éluard e assistente di Henri Matisse

di Giulia Vitali

È stata un’artista e pioniera dell’illustrazione di libri per l’infanzia, allieva di Henri Matisse e ha illustrato con talento i più grandi autori del XX secolo. È morta venerdì primo marzo Jacqueline Duhême, all’età di 97 anni, nella Casa nazionale degli artisti a Nogent-sur-Marne a Parigi. Un’autobiografia (Une vie en crobards, Gallimard, 2014) descrive le tormentante vicende della sua infanzia. Si dice che è figlia dell’avventura di una notte, che venne rifiutata dalla madre e lasciata in Grecia, poi venne rimpatriata in Francia e iniziò a dipingere, entrando poi – a soli 13 anni – alle Belle Arti di Clermont-Ferrand. A 20 anni – mentre lavorava in una fabbrica – incontrò il poeta Paul Éluard , che divenne suo compagno e poi amico. Insieme pubblicarono un racconto illustrato per bambini, Grain-d’aile (1951). Il poeta fu il suo grande amore, ma non poterono sposarsi per la loro differenza d’età (32 anni): Éluard fu costretto a partire per il Messico, mentre Duhême lasciò Parigi, rifugiandosi in Costa Azzurra e andando a lavorare con Matisse a Saint-Paul-de-Vence. Per lei Éluard coniò la definizione di “imagière des poètes” (la creatrice di immagini dei poeti) per la sua capacità illustratrice e ispiratrice.

Fu quello il grande punto di svolta, nel 1948, inviò una lettera al pittore Henri Matisse che, invecchiato e in cattive condizioni, accetta di assumerla come assistente. Quindi viene assunta come assistente di laboratorio a Vence dall’artista, che le insegna i rudimenti del mestiere. Per due anni lo assiste a Nizza, nella sua villa di Vence, dove scopre, stupita, il rigoglioso giardino ricco di palme e limoni e dove, appollaiata su un’impalcatura, posiziona grandi pezzi di carta ritagliati secondo le istruzioni del pittore per realizzare la vetrata della cappella di Vence. Di questo racconterà nell’album, Petite main chez Henri Matisse (2009, Gallimard jeunesse). Con lui restò fino alla sua morte, nel 1854 e lo seguì nei suoi atelier parigini; di questi anni racconta: “Gli ho dato i colori, ho preparato la carta. Mi lasciava disegnare dopo il lavoro e mi dava consigli. Mi ha insegnato tutto“.

Racconta come la sua vita è stata intimamente legata alla storia artistica e letteraria del XX secolo. Pablo Picasso, Louis Aragon, Colette, Marc Chagall, Robert Doisneau, Man Ray, Raymond Queneau, Henry Miller e Jack Kerouac sono state alcune delle sue amicizie, oltre alla lunga frequentazione con Matisse.

Duhême ha lavorato a lungo anche con il poeta Jacques Prévert, suo grande amico con il quale pubblicò un racconto poetico, L’Opéra de la lune (1953). Poi lavorò anche anche con il filosofo Gilles Deleuze, illustrando Oiseau Philosophie (1997), pubblicato anche in italiano da Edizioni Junior. Ha illustrato anche Zazie nel metró di Raymond Queneau.

Nel 1950, Jacqueline fu assunta come stilista per la rivista Elle. Per vent’anni ha illustrato ricette di cucina e racconti per bambini. Ma ha anche inventato un nuovo genere: il resoconto disegnato. Infatti, per la rivista ha anche illustrato i viaggi del presidente americano John e Jaqueline Fitzgerald Kennedy in Francia. Il disegno fu scarabocchiato a penna, poi colorato ad acquerello e accompagnato da piccole didascalie. Resoconto che ha avuto un tale successo che venne invitata a villa Kennedy a Cape Cod e i suoi disegni sono ora nelle collezioni del Kennedy Museum di Boston. Poi illustrò anche il viaggio presidente della Repubblica francese Charles De Gaulle in America del Sud e di Papa Paolo VI in Terra Santa, sotto forma di un grande volantino, il Paparama, che ha prodotto in poco tempo al suo ritorno a Parigi e che è stato talmente chiesto da essere ristampato.

La sua formazione artistica non è conclusa, ispirata da un monaco artista studia per due anni Scuola d’Arte Murale di Aubusson. Dal 1967 al 1981, disegna cartoni di oltre 100 metri quadrati di arazzi decorati con farfalle, uccelli e fiori multicolori, per i quali installa impalcature nel suo laboratorio parigino e nella sua casa a Villecerf. Anche questa esperienza e la sua vita frenetica è raccontata in un album, interamente scritto e illustrato a mano: Une vie en crobards (2014): il testamento di un’artista instancabile, generosa e luminosa, che avrà fatto sognare grandi e piccini. “Disegnare è una necessità, come fare un regalo a qualcuno che ami ”, diceva Jacqueline Duhême.

All’annuncio della sua morte, Alain Serre, curatore di alcune sue produzioni, racconta: “Questa grande signora ha portato tanta luce con il suo modo di pensare al mondo, di guardare gli esseri umani ricchi di tutta la loro bellezza, per osservare la natura o il regno animale e tutti i suoi misteri”. Il lavoro di Jacqueline è caratterizzato da colori vivaci e forme espressive, che hanno catturato l’immaginazione dei bambini mentre e hanno toccato nel profondo gli adulti. Oltre al suo lavoro di illustrazione, ha anche contribuito a riviste e giornali e le sue opere sono state esposte in diverse gallerie e musei in tutto il mondo.

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