Massoni, polemiche e audio fake. È una corsa all’ultimo voto condita dalle polemiche quella per eleggere il nuovo Gran maestro del Grande oriente d’Italia, la principale obbedienza del Paese. I dati definitivi ma non ufficiali consegnerebbero la vittoria a Leo Taroni, il candidato che ha posto al centro del suo programma la lotta alle infiltrazioni mafiose nelle logge. I condizionali, però, sono obbligatori: a leggere i numeri diffusi in queste ore dal Cavaliere nero, il canale Telegram di controinformazione massonica, il candidato antimafia avrebbe soltanto 15 voti di vantaggio su Antonio Seminario, attualmente Gran maestro aggiunto e dunque “vice” del numero uno uscente Stefano Bisi. Entrambi hanno superato largamente il quorum del 40% e dunque il vincitore di questo testa a testa sarebbe eletto al primo turno. Bisognerà però aspettare ancora per avere l’ufficialità.
Massoni spaccati – Ad avere diritto di voto erano 17.350 massoni col grado di maestro dei circa 22.500 iscritti. A votare, però, sono andati solo in 13.723, con 3.627 che hanno preferito astenersi, cioè più del 20%. A Taroni sono andati 6.482 voti, pari al 47,23%, mentre Seminario si è al momento fermato a 6.467, cioè il 47,13%. Staccatissimo il terzo candidato, il barese Pasquale La Pesa, con 723 preferenze. La mappa del voto consegna un Paese spaccato pure quando c’è da eleggere i vertici della massoneria: il nord Italia e parte del centro (come la Toscana di Bisi) hanno votato l’antimafioso Taroni, il sud invece si è espresso militarmente per Seminario. L’attuale Gran maestro aggiunto è andato fortissimo nella sua regione, la Calabria, dove ha preso l’82% dei voti e dove poteva contare sul sostegno di alcuni grembiulini noti come Ugo Bellantoni, gran maestro onorario. Da segnalare come la Calabria sia anche la Regione con più massoni nel Paese, sia tra gli iscritti che tra quelli andati al voto: sono 1.852 i calabresi che hanno votato il nuovo Gran maestro, il 14% dei voti totali a livello nazionale, 700 in più della Lombardia nonostante gli 8 milioni di abitanti in meno. C’è poi la Toscana con 1.701 votanti e la Sicilia con 1.441: anche sull’isola i massoni si sono espressi in grande maggioranza (il 62%) per Seminario.
I voti contestati – A fare da ago della bilancia, adesso, saranno i 28 voti assegnati a Taroni in Abruzzo ma contestati a causa di un tagliandino che doveva essere staccato dalla scheda. Se dovessero essere annullati, dunque, Seminario passerebbe in vantaggio di 13 preferenze ma per vincere dovrebbe ottenere anche i 70 voti che gli sono stati assegnati in Sicilia, nonostante siano sub judice per la stessa questione del tagliandino. Sarà dunque una corsa all’ultimo voto, con l’eventuale riconteggio che sarà probabilmente deciso sabato 9 marzo dalla Commissione elettorale nazionale convocata alla villa del Vascello, la sede del Goi a Roma. Sarà quello l’organismo che dovrà decidere le prossime tappe, in modo da arrivare coi dati definitivi alla Gran loggia di aprile a Rimini, quando il nuovo Gran maestro sarà formalmente nominato.
Il giallo dell’audio fake – Va considerato, però, che trattandosi delle elezioni della massoneria i colpi di scena potrebbero ancora non essere finiti. Nella giornata di martedì, per esempio, era cominciato a circolare un audio di Taroni che si autoproclamava Gran maestro, ringraziando gli elettori. Una registrazione disconosciuta dal candidato antimafioso con una lettera pubblicata sui suoi profili social. “Mi spiace rilevare che qualche simpaticone si diverte con gli ormai numerosi siti di intelligenza artificiale, un po’ come va di moda fare tra i giovani sui social con la voce di Gerry Scotti che canta simpatiche canzoni”. Anche Bisi è intervenuto con un comunicato stampa per dire che è stato diffuso “un file audio contenente la registrazione di un messaggio vocale di un sedicente candidato autoproclamatosi Gran maestro il quale afferma di avere conseguito un vantaggio di 27 voti in considerazione di schede ingiustamente annullate ed il cui computo gli sarebbe stato garantito come valido dalla Commissione elettorale nazionale. Si invita, pertanto, a non dar credito a tali fake news o improprie esternazioni e ad attendere l’esito dell’attività di verifica della Commissione elettorale nazionale”.
Il programma antimafia – Anche se disconosce l’audio fake, comunque, nella sua missiva Taroni si esprime da vincitore: “Oggi non è elettoralmente prevalso Leo Taroni, ma ha vinto il Grande oriente d’Italia, avete vinto voi, Fratelli miei, che con il vostro voto avete parlato e indubitamente scelto il governo dell’Istituzione per i prossimi cinque anni”. Nato a Ravenna 76 anni fa, imprenditore con laurea in Economia a Bologna, Taroni si troverà davanti a un incarico delicato: chiunque vincerà le elezioni, infatti, dovrà governare un’obbedienza spaccata completamente in due, che negli scorsi mesi ha più volte corso il rischio di una scissione. Va poi considerato che a differenza di Seminario, candidato in continuità con la decennale gestione di Bisi, il leader della lista Noi Insieme ha presentato un programma di rottura col passato, impegnandosi a rimanere in carica per un solo mandato, durante il quale promuoverà un’azione improntata sull’avversione ai tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata nelle logge. Un impegno esteso nel contrasto alla cosiddetta “mentalità mafiosa“, definita come “un morbo velenoso e mortifero che non deve trovare dimora nel Tempio della fratellanza”. Un’ambizione che ora dovrà tradurre in azione concreta.
Elezioni trasparenti – Comunque vada di sicuro si può già dire che per la prima volta le elezioni interne al Grande oriente sono uscite dal misterioso cono d’ombra che da sempre ammanta la massoneria. Merito, senza dubbio, del lavoro portato avanti dal Cavaliere nero, che sarà pure una chat anonima nata per contestare le condotte dei vertici attuali del Grande oriente, ma ha contribuito a rendere più trasparenti le dinamiche interne ai fratelli muratori. Un’azione che ha avuto l’effetto di rilanciare l’attenzione sulle tematiche massoniche, rese più accessibili grazie all’uso di un social come Telegram.