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“Sono diventato obeso per una delusione d’amore a 18 anni. Ammetto di essere malato ma non me ne vergogno”: la confessione di Platinette

In occasione della Giornata mondiale dell'obesità il conduttore radiofonico, vero nome Mauro Coruzzi, parla del difficile rapporto con il cibo con cui fa i conti da decenni

di Emanuele Corbo

Lo ammetto, sono malato, l’obesità è una patologia di cui non ci si deve vergognare”. Platinette esce allo scoperto e parla del rapporto conflittuale che da decenni ha con il cibo. Lo fa ai microfoni dell’Adnkronos in occasione della Giornata mondiale dell’obesità che si è celebrata il 4 marzo. “Ma sia chiaro, oltre che un grave problema di salute pubblica è soprattutto un disturbo mentale. I nutrizionisti se lo mettano in testa, senza il supporto degli psicologi il paziente non ne verrà mai fuori”, aggiunge.
Il conduttore radiofonico, vero nome Mauro Coruzzi, spiega che cosa lo abbia portato a soffrire di tale patologia: “Oggi ho 70 anni ma da sempre convivo con una obesità grave. Ho iniziato a soffrirne per un grande dolore dovuto ad una delusione d’amore quando di anni ne avevo 18”. Alla base del disturbo, dunque, ci sarebbe un problema di natura emotiva. Non a caso racconta come gli approcci unicamente ‘fisici’ alla malattia non abbiano risolto il problema: “Le ho provate tutte” fa sapere, ma “anche la mia nutrizionista si è arresa”.

Anni fa ha tentato pure la strada dell’operazione con la “chirurgia bariatrica, decisiva per la mia sopravvivenza. Certo, l’intervento non è un sostituto della dieta, non puoi farlo a ripetizione. Nel mio caso, i medici hanno acconsentito perché sanno che ho un rapporto molto deviato con l’alimentazione e non posso dar loro tutti i torti. In questo non sono un buon esempio anche se dopo l’ictus mangio molto meno”. Il riferimento è all’ictus ischemico che lo ha colpito nel marzo 2023.
La soluzione, per Platinette, è affiancare a tutte queste misure anche un percorso che scavi nel profondo alla ricerca della causa di un rapporto così difficile con il cibo: “Bisogna farsi aiutare, altrimenti non se ne esce e anche le Giornate dedicate” alla prevenzione rischiano di non essere troppo d’aiuto. E ancora: “Io mi conosco, so che potrei cascarci di nuovo. Convivo con la mia condizione come posso, cerco di non prendere peso, di essere meno dipendente dal cibo. Tuttavia, ho sempre in casa riserve alimentari in grandi quantità, come se ogni sera dovessi preparare una cena per dieci persone”.

Coruzzi invita dunque chi si trova nella sua stessa condizione a cercare aiuto: “Bisogna capire perché tanti pensano in continuazione” e in modo compulsivo “al cibo e perché presuppongono che solo dal cibo possano ottenere benessere e soddisfazione”. Ciò non toglie il ruolo fondamentale che una sana alimentazione e l’attività fisica hanno, “ma non bastano. Io almeno non ci riesco. E poi diciamolo c’è il nutrizionista che ti propone una dieta per accelerare il metabolismo, quello che ti vieta le proteine, un altro che mette al bando i carboidrati. Dalla mia esperienza dico che non può essere questa l’unica via per venirne fuori” conclude. Nel 2021 parlando proprio del rapporto con il cibo aveva spiegato: “All’inizio della pandemia mi è venuta voglia di mangiare meglio. Ho pensato di utilizzare il mio tempo provando ad entrare nella virtù, come prima ero entrato nel vizio” salvo poi confessare: “Ingerisco meno calorie. Anche se amo ancora il cibo spazzatura”.

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