Migliaia di persone circondarono le ambasciate e i consolati degli Stati Uniti d’America, Paese di grandi orizzonti che adesso rimpicciolivano nella soffocante stretta del Massachusetts. Il minatore, il marinaio, il muratore, l’operaio, l’addetto alla catena, il poeta orfano di sogni, lo scrittore senza ispirazione, il vagabondo, il lavoratore occasionale, le storie degli esclusi si riallinearono sullo stesso fuso orario. “Li hanno uccisi”, “Assassins”, They are dead now”. Arresti ovunque, da Charlestown a San Francisco, da Londra a Sydney. Bandiere a fuoco in Sudafrica. A Ginevra venne assaltata la sede della Società delle Nazioni, e danneggiati i negozi che esponevano le bandiere a stelle e strisce.

All’inizio del Novecento, tra le migliaia di proletari che lasciano l’Italia per approdare negli Stati Uniti d’America in cerca di un’occasione di vita migliore, ci sono anche due emigrati che, loro malgrado, diventeranno emblema internazionale di vittime dell’ingiustizia. Uno arriva da Foggia, l’altro da Cuneo, non si sono mai visti e non si conoscono, ma in America si appropriano di una coscienza sociale, si radicalizzano e si ritrovano nell’ideale dell’anarchia, delusi da ciò che gli Stati Uniti gli hanno riservato al loro arrivo.

Il Paese è infatti attraversato da un durissimo conflitto sociale, alimentato da un capitalismo rampante e senza scrupoli che assolda milizie private per sparare sugli scioperanti. È in questo scenario che inizia la vicenda umana e politica di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Nonostante un’imponente campagna internazionale che cercherà invano di fermare la mano al boia, la vendetta di Stato si compirà. Ma al contempo consegnerà alla storia i nomi, ormai inseparabili, di questi due uomini qualunque divenuti simbolo di una lotta per la giustizia e la libertà che a distanza di un secolo risuona ancora potente. E ci invita a riflettere sulle ingiustizie che tuttora attraversano la nostra società.

Sacco e Vanzetti. La salvezza è altrove, di Paolo Pasi (Elèuthera), è il docu-romanzo di questa lotta. Un libro bellissimo, intenso, capace di rendere vivida la storia grazie a un potente processo di verosimiglianza che a tratti mi ha ricordato quello fatto da Vittorio Giacopini in Non ho bisogno di stare tranquillo. Errico Malatesta, vita straordinaria del rivoluzionario più temuto da tutti i governi e le questure del regno (anch’esso pubblicato da Elèuthera).

Donnaruma all’assalto, di Ottiero Ottieri (Utopia Editore), è un indimenticabile romanzo, costruito su spunti autobiografici, scritto durante l’impiego presso lo Stabilimento Olivetti di Pozzuoli dell’autore. Pubblicato per la prima volta in pieno Miracolo Economico, nel 1959, nel romanzo sono registrate le osservazioni di uno psicologo selezionatore del personale, assunto presso un nuovo stabilimento nel Mezzogiorno di una grande industria italiana. Lo psicologo si rende conto di una grande contraddizione: nonostante i buoni propositi iniziali, la nuova fabbrica per via della sua matrice capitalistica si trova comunque in necessità di dover discriminare tra chi è adatto a lavorare e chi no; il selezionatore si sente quindi a disagio, poiché tra le sue mani passa la decisione del destino di poche famiglie che si salveranno e di molte altre che andranno in rovina. Donnaruma all’assalto è un romanzo sulla solidarietà e il dramma sociale, è la storia dello scontro tra il freddo mondo capitalistico calato dal nord con la realtà contadina del sud. Un libro bellissimo e attuale.

L’amante fedele, di Massimo Bontempelli (Utopia Editore), è una bellissima raccolta di 14 racconti (e un romanzo breve) in odor di realismo magico, dove l’autore lariano mette in scena le vite di protagonisti fragili a confronto con la quotidianità. Dall’uomo che si ritrova una ragazzina che dorme sul fondo della macchina, al ladro riflessivo acquattato sul tetto della casa che ha svaligiato, da Rosa che ha raccolto una violetta per metterla nella lettera al fidanzato aprendo un universo illusionistico e onirico, all’anziano cieco e malato che respinge il titolo di padrone in attesa di un bombardamento alleato. L’amante fedele è una lettura imprescindibile per comprendere la filosofia e la musicalità narrativa di uno dei più importanti autori italiani del Novecento.

L’età dell’oro, di Leo Giorda (Ponte delle Grazie), è un buon giallo che vede protagonista Adriano Scala detto Woodstock e l’ex vicequestore Giacomo Chiesa. I due hanno perso il lavoro e si ritrovano a Sperlonga, sul Tirreno, per indagare sul dubbio suicidio di un’ereditiera di una dinastia di imprenditori con entrature nella camorra. Un libro leggero, senza pretese, che richiama alla costruzione narrativa del giallo classico.

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