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Ex Civis di Roma: uffici, parcheggi e posti letto al posto dell’hub culturale. Gli artisti si mobilitano per salvare l’Officina Pasolini

di Silvia D’Onghia

“Io oggi canto in mezzo all’altra gente/Perché ce credo o forse per decenza/Che partecipazione certo è libertà/Ma è pure resistenza”. (“A bocca chiusa”, Daniele Silvestri)

La resistenza di un popolo di artisti, ma soprattutto la resistenza di un universo ancora da scoprire. La resistenza di una messa da requiem, la resistenza dei fiati, che non sono solo gli strumenti. Perché dare fiato alla voce significa gridare che no, la cultura non si mette a tacere. Neanche quando si tratta di cedere all’ampliamento della sede del ministero che, con la Reggia di Caserta, si pregia di essere l’edificio monoblocco più grande d’Italia, la Farnesina: 1300 stanze, una facciata lunga 169 metri e alta 51, un volume di 720.000 metri cubi. Numeri che evidentemente non bastano dal momento che, nel 2022, quando al ministero degli Esteri sedeva Luigi Di Maio e alla Regione Lazio Nicola Zingaretti, venne firmato un protocollo per affidare alla Farnesina la palazzina A di un edificio adiacente che, però, negli ultimi anni è diventato speciale: l’ex Civis. Anzi, l’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini. Una realtà unica, non solo per Roma, che adesso rischia, appunto, lo sfratto.

Ed è per questo che mercoledì pomeriggio decine di giovani artisti si sono ritrovati sotto il ministero: con loro, tantissimi volti noti della cultura: da Tosca, che dirige l’Officina, a Daniele Silvestri, che guida il movimento di protesta; e poi Luca Barbarossa, Niccolò Fabi, Marisa Laurito, Rocco Papaleo, Margherita Vicario, Sergio Cammariere, Carlotta Natoli, Massimiliano Bruno, Raiz. C’era anche parte della politica, con Matteo Orfini, Nicola Fratoianni, Massimiliano Smeriglio, Elisabetta Piccolotti, e c’era il segretario della Cgil, Maurizio Landini. “Venite a vedere la Pasolini”, questo era l’invito rivolto alla città di Roma, ma pure al ministro Tajani. Nel tardo pomeriggio si è presentato l’attuale governatore, Francesco Rocca.

Ma andiamo con ordine.

L’Officina è un polo culturale unico nel suo genere, un laboratorio di alta formazione artistica in cui cento giovani tra i 16 e i 29 anni possono partecipare a corsi biennali gratuiti di Canzone, Multimediale e Teatro, guidati da Niccolò Fabi, Massimo Venturiello e Simona Banchi. Un hub della Regione Lazio che al suo interno ha anche lo storico teatro Eduardo De Filippo, nel quale si sono avvicendati dal 2017 oltre 300 eventi con 35mila spettatori, e uno studentato da 350 posti letto, ristrutturato e poi dismesso nel 2019, quando vennero allontanati gli ultimi ragazzi. Negli spazi verdi esterni alla struttura i cittadini della Capitale possono godersi molti appuntamenti dell’Estate romana.

La struttura chiamata ex-Civis, progettata nel 1958 e inaugurata in occasione delle Olimpiadi del 1960, è composta da due palazzine gemelle, la A e la B. È di proprietà del demanio: la Regione ha rinunciato all’utilizzo della palazzina A per consentire alla Farnesina di acquisirla. Ed è proprio su questo che si gioca la partita.

L’Officina è attualmente ospitata nella A, mentre l’altra sopravvive fatiscente sul lato opposto della strada pedonale. Nel 2022, la Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti e il ministero degli Esteri di Luigi Di Maio hanno siglato un accordo per restituire alla Farnesina proprio la palazzina A. Obiettivo: farne nuovi uffici per la Cooperazione, una foresteria, una sala conferenze (che sorgerebbe al posto del teatro De Filippo) e altri parcheggi. Il laboratorio culturale verrebbe trasferito nella B che però, come dicevamo, cade a pezzi. Non solo: stando a quanto avrebbe ammesso l’architetto incaricato del sopralluogo per la ristrutturazione, gli spazi e le altezze sarebbero insufficienti per la scuola e per lo stesso teatro. “Anni fa, la Farnesina si era rifiutata di prendere la B, e già questo ci dice che per noi sarebbe uno scambio a perdere” fa notare al Fatto Daniele Silvestri.

E poi in una città che, come Milano, ha carenza di posti letto per gli studenti, l’idea di trasformare quelli che ci sono in foresteria di lusso appare davvero uno sgarbo. La Regione promette di ristrutturare alcuni padiglioni dell’ex ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà, non molto distante, per far fronte alla domanda di alloggi. Peccato, però, che in mezzo ci sia il Giubileo e che il Vaticano voglia investire per contribuire alla ristrutturazione di quegli stessi padiglioni e adibirli all’accoglienza dei fedeli. Quindi, semmai, per gli studenti se ne riparlerebbe almeno nel 2026. Con la cultura non si mangia, ma con i posti letto sì, soprattutto a Roma. E dire che quelli presenti nell’Officina hanno ancora i materassi…

“La cultura è l’immagine di un Paese – ha urlato Marisa Laurito agli studenti della Pasolini –. Combattete fino allo stremo delle forze”. Nel pomeriggio, fino a sera tardi, sul palco del teatro De Filippo ogni artista presente ha contribuito alla battaglia. “Una battaglia di buon senso, non politica – ha concluso Silvestri – in un Paese in cui destra e sinistra due termini che trovano sempre meno riscontro nella realtà istituzionale”. Parole che invece sarebbero utili, per non cantare ancora a bocca chiusa.

Foto Simone Cecchetti

Video Emiliana Aligeri

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