Novità importanti per i colossi come Google e non solo: dal 6 marzo è entrato pienamente in vigore il Digital Markets Act (DMA). Di conseguenza anche tutti gli obblighi stabiliti dalla legge Ue sui mercati digitali devono essere rispettati dalle piattaforme gatekeeper. Infatti, l’obiettivo è vietare ai giganti tecnologici di favorire troppo i propri servizi.

Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft: sono i sei principali gatekeeper nello spazio digitale. Le sei piattaforme sommano un fatturato annuo di almeno 7,5 miliardi di euro all’interno dell’Ue negli ultimi tre anni, una valutazione di mercato superiore ai 75 miliardi di euro, almeno 45 milioni di utenti finali mensili e 10mila utenti aziendali stabiliti nell’Ue.

I criteri del DMA riguardano servizi come Google Play, il sistema di mappe Google Maps, il motore di ricerca Google Search, YouTube e altri. Tra questi, c’è Google Maps. Infatti, ci si sarà accorti che da qualche giorno è più complesso raggiungere la piattaforma tramite Google; il motivo è legato ad una serie di modifiche fatte al motore di ricerca per rispettare le nuove norme in vigore.

La legge sui mercati digitali specifica con precisione le caratteristiche per identificare i gatekeeper e i loro obblighi, come garantire il diritto agli utenti di disdire l’abbonamento ai servizi della piattaforma principale e l’interoperabilità delle app di messaggistica con le piattaforme più piccole, dando agli utenti più scelta nello scambiarsi messaggi, inviare file o fare videochiamate.

Inoltre, la legge vieta di pre-installare sul dispositivo determinate applicazioni software, oppure anche chiedere agli sviluppatori di app di utilizzare determinati servizi per comparire negli app store, classificare piu in alto i propri prodotti e servizi e riutilizzare i dati privati raccolti ai fini di un altro servizio. Il DMA stabilisce anche delle sanzioni in caso di violazioni delle regole, ovvero una multa del 10 per cento del fatturato globale.

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