Charles Dickens nel romanzo Hard Times, la chiamava downward spiral, una spirale discendente che quando parte trascina giù tutto con sé. Chissà come la chiamano a Windsor questa malasorte che a catena si sta abbattendo sulla famiglia reale intenta ogni giorno a contare il suo triste bollettino. L’ultimo della lista di sventurati che si somma ai più noti precedenti è Sir Tim Lawrence, 69 anni, marito della principessa Anna che, nella sua ultima apparizione pubblica si è presentato con un occhio nero.
Insomma, dapprima ci fu il 17 gennaio, con l’improvviso annuncio dell’intervento chirurgico all’addome di Kate Middleton, poi, in contemporanea quello alla prostata di re Carlo III che di lì a breve, il 6 febbraio, ha comunicato al mondo si avere un cancro. Nel frattempo, il 21 gennaio, Sarah Ferguson, duchessa di York, aveva fatto sapere che le era stato diagnosticato un melanoma, che per fortuna pare essere circoscritto e sotto controllo. Come se non bastasse, non più tardi di una settimana fa, l’indagine avviata nel Cotswolds, a seguito dell’improvvisa morte di Thomas Kingston, marito 45enne della seconda cugina di re Carlo III Lady Gabriella, avrebbe rivelato la presenza di una pistola accanto al suo corpo che riportava una grave ferita alla testa.
Una scia di sventure insiste nel bussare alla porta della casa reale che ha avuto momenti difficili in passato, ma questo sembra davvero inarrestabile. Certo, a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, si può serenamente ammettere che nel caso di Sir Lawrence, l’occhio nero non sembra aver destato troppe preoccupazioni, pare si sia trattato di un “incidente di giardinaggio”. Ma la vistosa ferita non è passata inosservata quando il marito di Anna si è presentato nella cattedrale di Westminster in occasione delle celebrazioni per i 200 anni della Royal National Lifeboat Institution del quale è vice presidente.
La charity è presieduta dall’instancabile duca del Kent, 88 anni e molto presente nella vita della famiglia reale. Lawrence non è considerato un membro attivo, cioè che lavora per la monarchia, ma lui rappresenta comunque una costante anche al fianco della principessa Anna, che lo ha sposato in seconde nozze nel 1992. Durante la messa celebrata dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, è stato sottolineato il valore della grande attività svolta dall’associazione benefica che si è distinta per aver salvato tante vite in mare; “un modello” che pare essere una metafora per la casata reale Windsor che da mesi naviga in pessime acque e la cui nave sembra destinata a dover affondare.
La coltre di riserbo che ha avvolto la privacy invocata dalla principessa del Galles si scontra quotidianamente con l’immagine che il Re, anche lui malato, continua a dare si sé. Carlo III si concede ai fotografi mentre viaggia in auto per andare a sottoporsi alle terapie per il cancro, a palazzo mentre riceve il primo ministro, il cancelliere dello Scacchiere, oppure, ieri, l’ambasciatore dell’Algeria, o quando, seduto alla sua “reale scrivania”, sta in collegamento davanti al computer con il primo ministro canadese Justin Trudeau. Il re vuole apparire attivo nel suo ruolo di capo dello stato, indicare che la corona è salda nelle sue mani, ma dovrà mostrare doti straordinarie di comandante per gestire una nave nel caos, tra defezioni, malattie e il silenzio esondante di Kate Middleton.
???????? This afternoon, His Majesty The King had an audience with the Prime Minister of Canada, Justin Trudeau, via video link. pic.twitter.com/SIjks9qJfK
— The Royal Family (@RoyalFamily) March 6, 2024